India, la potenza del domani decide il suo futuro in queste elezioni
L’India un Paese strategicamente importante per l’assetto geopolitico internazionale e non solamente in quanto è il più popoloso del mondo ma anche perché tradizionalmente la sua democrazia, di stampo occidentale, vive spesso contraddizioni nell’ appoggiare Stati non propriamente allineati con posizioni di Stati Uniti e Eduropa. Nuova Delhi è nel gruppo dei BRICS e, dall’Indipendenza (1947), ha rapporti eccellenti con la Russia (e prima con l’Urss). Restano invece le tensioni con Pechino e, da quando il leader nazionalista di destra Narendra Modi guida il Paese, ne sono nate di nuove con il mondo islamico. Le tensioni hanno origine nella storica contrapposizione con il “gemello” Pakistan (quattro guerre in poco più di mezzo secolo) quando però la sinistra nazionalista, egemone in India fino a fine XX secolo, manteneva buoni rapporti con il mondo musulmano per tranquillizzare la minoranza maomettana. La Federazione Indiana è infatti, ancora oggi, il terzo Paese al mondo per numero di islamici.
1) Qual è in questo momento la posizione dell’India nello scenario internazionale?
La “più grande democrazia al mondo”, nel 2023 l’India è diventata il Paese più popoloso in assoluto, sorpassando la Cina: 1,4286 miliardi di indiani contro 1,4257 miliardi di cinesi. Quinta economia del mondo in termini nominali, terza in termini di potere d'acquisto, seconda a più rapida crescita. Ha però un Pil pro capite che indica una diffusa povertà: 144esima in classifica su 193 per valore nominale e 125sima per parità di potere d’acquisto, mentre per livello di alfabetizzazione è 143esima. Dal punto di vista militare è la terza potenza del mondo in termini convenzionali e la settima come arsenale nucleare. Ha anche una buona capacità di soft power, collegata alla più grande industrie cinematografica del mondo e a asset culturali millenari come lo yoga.
2) Chi sono gli indiani?
In India si parlano 179 lingue e 1652 dialetti. Assieme all’hindi, lingua ufficiale parlata dal 57,1% della popolazione di cui il 43,63 come prima lingua, e all’inglese, lingua ufficiale sussidiaria parlata dal 10,6% ma solo dallo 0,02% come prima linguas, la Costituzione riconosce altre 21 lingue con rango ufficiale a livello locale. Un quadro unificante lo dà l’induismo, religione del 79,8% della popolazione. Vi sono però anche un 14,23% di musulmani, un 2,3% di cristiani, un 1,72% di sikh, uno 0,7% di buddhisti e poi giainisti, religioni tradizionali tribali, bahá'í, ebrei, parsi. Tutela di questa diversità è un sistema federale articolato in 28 Stati e 7 territori, più il territorio della capitale nazionale. È ispirato a quello degli Stati Uniti, ma con un parlamentarismo di tipo britannico. Uno Stato e un territorio sono a maggioranza musulmana, uno Stato è a maggioranza sikh, uno Stato e un territorio sono a maggioranza buddhista, tre Stati sono a maggioranza cristiana.
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3) Qual è il sistema di alleanze dell’India?
Paese con un regime occidentale ma improntato a una retorica di tipo socialista e anticolonialista, l’India dal tempo della partizione ha combattuto cinque guerre col Pakistan, con cui la tensione di confine è continua e che accusa di appoggiare la lotta armata separatista in Kashmir. Poiché il Pakistan è storicamente inserito nel sistema di alleanze Usa, l’India ha teso ad avere una linea anti-occidentale. Promotrice con Nehru tra 1955 e 1961 del Movimento dei Non Allineati, nel 1962 l’India perse però una guerra di confine con la Cina, e nuovi scontri si sono avuti tra 2021 e 2022. Dagli anni ’60 l’India ha dunque sviluppato rapporti importanti prima con l’Urss e poi con la Russia, tradizionale suo fornitore di armamenti. Dal 2009 Russia e Cina assieme al Brasile sono suoi partner nei Bric, poi dal 2011 Brics con l’ingresso del Sudafrica. Ciò però non ha impedito scontri continui con la Cina: non solo i già citati militari, ma anche combattendo la sua influenza in Africa e Asia. Inoltre nel 2017 ha aderito al Quad, alleanza anti-cinese con Stati Uniti, Giappone e Australia.Però ha anche aiutato la Russia ad aggirare le sanzioni dopo l’attacco all’Ucraina. Negli ultimi anni in chiave anti-islamica sono cresciute le relazioni con Israele, con uno scambio di visite tra primi ministri nel 2017-18. In questo momento i governo indiano è fortemente schierato con Israele sulla guerra di Gaza.
4) Come è la situazione dei diritti umani?
Formalmente, l’India è una democrazia liberale di stampo anglo-sassone. Però la permanenza del sistema delle caste, la povertà diffusa, l’arretratezza generale e molteplici tensioni tra vari settori della società rendono la situazione non proprio da democrazia anglo-sassone, e vari istituti e think tank che si occupano del tema rilevano per gli ultimi anni un peggioramento, imputandolo al governo di Narendra Modi. Ma Modi è primo ministro dal 2014, e già tra 2002 al 2008 una denuncia evidenziava che più di quattro persone al giorno erano morte mentre erano in custodia della polizia indiana, e anche nel 2019 c’erano state in India 1.731 morti in carcere, provenienti in gran parte da minoranze. Sempre a proposito di minoranze, nel 1984 oltre 2000 sikh furono uccisi in un pogrom; nel The 2002790 musulmani e 254 indù furono uccisi in una faida; nel 2011 ci furono 2141 attacchi contro cristiani. I Servizi indiani sono stati accusati di colpire separatisti sikh e musulmani all’estero, e il ministro della Difesa ha appena ammesso 20 uccisioni in Pakistan dal 2020. Arvind Kejriwal, Chief Minister della capitale Delhi e tra i leader dell’opposizione, è in carcere dal 21 marzo, per accuse che sono state definite pretestuose. A dicembre 141 deputati di 11 partiti di opposizione erano stati sospesi fino al 30 gennaio per aver gridato slogan e portato cartelli in aula. Dal 24 marzo al 7 agosto 2023 il leader del Congresso Nazionale Indiano Rahul Gandhi è stato privato del seggio parlamentare con l’accusa di aver diffamato il primo ministro.
5) Chi è al governo?
Per i primi 30 anni di indipendenza in India fu sempre al governo il Congresso Nazionale Indiano, il partito dei padri della patria Nehru e Gandhi. Dal 1947 al 1964 fu primo ministro lo stesso Jawaharlal Nehru e dal 1966 al 1977 sua figlia Indira Gandhi. Sconfitta da una coalizione di tutte le opposizioni che non durò, tornò al potere dal 1980 al 1984, quando fu assassinata. Le successe il figlio Rajiv, padre di Rahul, fino al 1989. Dopo due anni di governo del partito Janata sarebbe tornato al potere, se non fosse stato assassinato a sua volta. Il Congresso è tornato al governo dal 1991 al 1996, dal 1998 al 2004 è andato per la prima volta al potere l’induista Bharatiya Janata Party, Partito del Popolo Indiano (Bjp). Dopo un ultimo governo del Congresso tra 2004 e 2014, da dieci anni è primo ministro il leader del Bjp Narendra Modi. Personaggio carismatico, anche se accusato di autoritarismo.
6) Quando si vota?
Dal 19 aprile al 1° giugno 2024, in sette fasi, per eleggere i 543 membri della diciottesima Lok Sabha (camera bassa). Irisultati saranno annunciati il 4 giugno 2024. Modi, che ha completato un secondo mandato, si candida per il terzo. Potranno partecipare 970 milioni di cittadini.
7) Quali sono le forze in parlamento?
In genere il sistema uninominale a un turno all’inglese e all’americana utilizzato in India favorisce il bipartitismo, ma le dimensioni e la complessità del Paese consentono non solo la proliferazione di partiti locali, ma anche la sopravvivenza di partiti nazionali minori che riescono a regionalizzarsi, come i comunisti nel West Bengala e nel Kerala. Nel 2019 erano quindi riusciti ad avere eletti ben 37 partiti, anche se 303 seggi su 545 erano andati al Bjp e 52 al Congresso.
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8) Quali sono le candidature?
Il Bjp si presenta con una National Democratic Alliance (Nda) assieme ad altri 24 partiti, in cui avrà candidati in 446 collegi su 543. Il Congresso sta in una Indian National Developmental Inclusive Alliance la cui sigla è India, e di cui fanno parte 26 partiti. 327 candidature sono del Congresso, 62 del socialista Samajwadi Party, 53 del filo-cinese Communist Party of India (Marxist), 48 di un partito nato da una scissione del Congresso in West Bengala, 27 del filo-russo Communist Party of India, 24 di un partito di caste basse, 22 del partito anti-corruzione dello Chief Minister di Delhi, 21 a testa per un partito del Tamil Nadu e di uno del Maharashtra, 11 per un altro partito del Mahrasthra. Fuori dai due blocchi principali, si presentano altri 23 partiti.
9) Quali sono i temi chiave della campagna?
La disoccupazione è al livello più alto da 45 anni: 7%, 23,2% trai giovani, 42,3% tra i laureati. L’alleanza India ha dunque promesso di coprire i 3 milioni di posti vacanti nei posti di lavoro governativi e di introdurre il “Diritto all’apprendistato”, in cui qualsiasi titolare di diploma e laurea fino all’età di 25 anni può chiedere un impiego per un anno in cambio di uno stipendio annuale di 100.000 rupie. Un tema di rottura è stata la riconsacrazione del Ram Mandir: tempio a Rama in un luogo ove una sommossa popolare aveva distrutto una moschea fatta erigere da un sovrano musulmano al posto di un precedente tempio. C’è uno scandalo su finanziamenti di affaristi ai partiti che però ha portato al congelamento dei soli conti bancari del Congresso. Più in generale, l’opposizione accusa Modi di tentazioni autoritarie.
10) Che dicono i sondaggi?
La Nda è accreditata tra il 42 e il 52, India tra il 32 e il 41, altri tra il 6 e il 20.
In collaborazione con The Global News