Fonti Usa; "Israele colpirà fuori dall'Iran". Teheran: "Pronti a utilizzare un'arma mai usata prima"
Fonti da Washington ritengono che la risposta di Israele all'attacco senza precedenti dell'Iran di sabato 13 aprile sarà con ogni probabilità limitata e potrebbe concentrarsi su obiettivi chiave al di fuori dell'Iran.
Secondo quanto hanno rivelato alla Nbc quattro funzionari statunitensi, la mancanza di gravi danni causati da Teheran potrebbe indurre Gerusalemme a cercare una risposta meno aggressiva. Quindi, invece di colpire direttamente l'Iran in risposta - cosa che, gli alleati di Israele hanno avvertito, metterebbe la regione in una spirale di guerra totale - i funzionari dicono alla Nbc che Israele potrebbe colpire i rappresentanti dell'Iran fuori dal territorio, come le sue milizie in Siria o il gruppo terroristico Hezbollah in Libano.
Intanto a Teheran il Comitato per la Sicurezza Nazionale del Parlamento iraniano, Abolfazl Amouei, ha dichiarato che se Israele dovesse rispondere all’attacco di droni e missili dell'Iran, sono "pronti a usare un’arma che non abbiamo mai usato". Nella stessa dichiarazione, Amouei ha affermato che Israele dovrebbe considerare i suoi prossimi passi e "agire con saggezza". Anche il presidente iraniano Ebrahim Raisi ha sostenuto che il suo Paese "risponderebbe in modo ampio e doloroso al minimo attacco" agli interessi iraniani. In una telefonata con l’emiro del Qatar, Raisi ha aggiunto che "il sostegno che parte dell’Occidente dà a Israele costituisce motivo di tensione regionale".
E ha parlato di "fallimento spettacolare e imbarazzante" il coordinatore per le comunicazioni strategiche al Consiglio per la sicurezza nazionale Usa, John Kirby, durante un briefing con la stampa. Commentando l'attacco dell'Iran ha chiarito: "Le notizie di stampa che parlano di un fallimento pianificato da parte delle autorità iraniane sono false, così come quelle che riferiscono di un avviso preventivo: questo attacco non è riuscito grazie alla difesa di Israele, degli Stati Uniti e di altri partner internazionali", ha detto, ribadendo che l’obiettivo di Teheran "era causare distruzione e morte".