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Sinistra, anche il dittatore rosso scopre l'allarme fascista

Mauro Zanon
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L’Europa pullula di irriducibili sostenitori di Nicolás Maduro, l’autocrate alla guida del Venezuela, un inferno di fame e povertà, ma contro il quale non si può alzare la voce perché l’erede del chavismo è di sinistra è i governi di sinistra non vanno toccati né criticati. In Italia, si sa, oltre a vecchie volpi della gauche italiana come Fausto Bertinotti e Nichi Vendola, groupies del chavismo, è il Movimento 5 Stelle il partito satellite di Maduro (nel 2010, il regime di Caracas, secondo quanto rivelato da Abc nel giugno 2020, fece recapitare una valigetta contenente 3,5 milioni di dollari in contanti a Gianroberto Casaleggio).

In Inghilterra, è sempre stato l’ex leader del Labour Jeremy Corbyn il ponte con il chavismo, e in Francia Jean-Luc Mélenchon, leader della sinistra radicale alla guida della France insoumise, non perde mai l’occasione per elogiare il presidente venezuelano. Le novità provenienti da Caracas rafforzeranno ulteriormente il fun-club madurista. Il governo venezuelano, ha infatti appena annunciato che presenterà al Parlamento un progetto di “legge contro il fascismo” volto a punire gli oppositori che, a suo dire, hanno promosso “atti di violenza” contro il Paese. Maduro, che punta a un terzo mandato consecutivo di sei anni (al governo dal 2013, potrebbe dunque essere alla guida del Venezuela fino al 2030), si rivolge spesso ai membri delle opposizioni definendoli come «fascisti» ed «estremisti di destra»: un modus operandi che assomiglia molto a quello dei suoi sostenitori europei, sempre pronti a inventare fascismi immaginari, simulacri di fascismo per convincersi di esistere 

«Il presidente Nicolás Maduro ha deciso di dar vita a un’Alta Commissione di Stato contro il fascismo e il neofascismo per presentare al più presto all’Assemblea nazionale un progetto di legge contro il fascismo e tutte le espressioni neofasciste nell’esercizio della politica e della vita nazionale», ha scritto su X la vicepresidente venezuelana Delcy Rodríguez. «Questo in risposta agli atti di violenza che il Paese ha vissuto nel 2014, nel 2015 e nel 2017», ha aggiunto la Rodríguez, riferendosi alle manifestazioni antigovernative che hanno causato più di cento morti. La vicepresidente venezuelana ha sottolineato che la nuova misura dell’esecutivo è stata decisa anche «in considerazione della situazione internazionale, la cui pace e stabilità sono minacciate da espressioni neofasciste che si annidano nei centri di potere al servizio del Nord globale! Né il fascismo né il neonazismo passeranno in Venezuela!».

PACE ARMADA
La Fuerza Armada Nacional Bolivariana (Fanb), considerata il pilastro del governo, avrà il “compito” di mantenere la “stabilità politica” e la “pace” in Venezuela, ha affermato su X il ministro della Difesa, il generale Vladimir Padrino López, prima di aggiungere: «Oggi, quando una fazione sovversiva cerca di riportare l’odio e la violenza, lo Stato deve corazzarsi moralmente e istituzionalmente contro il fascismo e il neofascismo. In questo potete contare sulla Fanb». Nel 2017, Maduro, allora sfiduciato dalle proteste che hanno causato oltre 125 morti, aveva già proposto una «legge contro l’odio, la coesistenza pacifica e la tolleranza», uno strumento attraverso il quale l’autocrate venezuelano ha voluto criminalizzare il dissenso. Le prime condanne in seguito all’approvazione della legge avevano colpito nel 2018 due persone “colpevoli” di aver protestato contro la mancanza di cibo.

Ma nonostante le continue violazioni dei diritti fondamentali ha sempre incassato grandi applausi dalle sinistre europee. Soprattutto dal giacobino Jean-Luc Mélenchon. Nel dicembre del 2021, l’allora candidato alle presidenziali scrisse che l’ambasciatore francese in Venezuela, Romain Nadal, è «una vergogna per la Francia» e che l’ambasciata transalpina a Caracas «non può essere un ufficio dell’estrema destra». Il motivo? Nadal aveva postato su Twitter (oggi X) una caricatura che lo ritraeva con una bandiera venezuelana anti-Chavez. Il vessillo con cui si era mostrato l’ambasciatore francese aveva solo 7 stelle, contro le 8 dell’attuale bandiera venezuelana: bandiera introdotta nel 2006 da Hugo Chavez, ex presidente del Venezuela, per simboleggiare la partecipazione della provincia della Guyana all’indipendenza venezuelana assieme alle altre province. Con la nuova legge, persone libere come Nadal rischiano di passarsela male.

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