Attentato a Mosca, Javlinskij: "Un cigno nero, ora può accadere di tutto"
L'attentato a Mosca è "un cigno nero, potrebbe diventare una moderna Sarajevo". Grigorij Javlinskij, economista, fondatore e capo dell'unico partito liberale Jabloko che fino al 2004 sedeva in Parlamento, in una intervista a La Repubblica in cui analizza l'attacco al Crocus City Hall dove sono rimaste uccise 137 persone, avverte: "La situazione è precipitata. Può succedere di tutto. La perdita di linee guida nella geopolitica moderna comporta gravi pericoli. Non si dovrebbe tirare a indovinare cosa potrebbe accadere, ma prendere decisioni vitali".
Innanzitutto, prosegue Javlinskij, "è necessaria la firma immediata di un cessate il fuoco tra Russia e Ucraina. Dobbiamo ripensare radicalmente le minacce tattiche e strategiche, reali e potenziali. Dobbiamo fermare le stupide accuse di richieste isteriche di resa o bandiera bianca. Il pericolo di una grande guerra si avvicina".
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La possibilità di un conflitto nucleare "non credo sia verosimile, ma non lo escludo. Se mai si arrivasse a uno scontro con la Nato, Putin userà le armi nucleari perché è più debole militarmente e lo sa", aggiunge il politico russo.
L'attentato al centro commerciale macchia la vittoria di Putin alle presidenziali di una settimana fa. "Non sono state elezioni. È stato un plebiscito. In Russia non c'è democrazia. Tutto è iniziato col fallimentare tentativo di modernizzazione post sovietica. Vennero effettuate riforme errate che hanno saldato in via criminale la proprietà privata al potere. E ora ne paghiamo le conseguenze", conclude Javlinskij.