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Kate Middleton, il cancro e l'addome: tutte le ipotesi degli esperti

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L'annuncio di Kate Middleton ai sudditi della sua malattia e la richiesta "di comprensione" per l'ovvia riservatezza che ha avvolto da settimane la famiglia reale inglese non ferma le voci e le teorie sulle condizioni di salute della principessa, moglie dell'erede al trono William

La 42enne principessa del Galles, in un videomessaggio commovente pubblicato sui social venerdì, ha confessato di aver scoperto di avere un tumore subito dopo l'operazione all'addome di due mesi fa. Una notizia che "ha choccato" la famiglia ma che Kate sta affrontando con coraggio. Svelato il motivo della sua "sparizione" dalla scena pubblica da circa due mesi, durante i quali ha già iniziato su consiglio dei suoi medici quello che ha definito "un ciclo di chemioterapia preventiva", resta da capire contro che topo di tumore stia combattendo. 

 

 

 

"Si può ipotizzare che la neoplasia sia localizzata nell'area addominale e potrebbe aver colpito organi di pertinenza ginecologica, come ovaio o utero, o dell'apparato digerente, come il colon", spiega Giampaolo Tortora, direttore del Cancer center del Policlinico Gemelli e professore di oncologia medica all'Università Cattolica. "Premettendo che i dati che conosciamo sono pochi, se è stato effettuato l'intervento chirurgico - sottolinea Tortora al Tgcom24 - possiamo ipotizzare che la malattia doveva essere in uno stadio iniziale".

 

 


 


Nel caso di neoplasia addominale, aggiunge sempre al Tgcom24 il ginecologo e oncologo Giovanni Scambia, direttore scientifico del Gemelli, "all'inizio il disturbo può insorgere in vari modi e si può pensare a patologie diverse come, ad esempio, una diverticolite o altro. Essendo coinvolta la zona addominale si potrebbe trattare di un tumore all'intestino o all'apparato genitale".

Una nota di speranza, la stessa dimostrata da Kate nel video: "Le terapie per i tumori dell'area ginecologica, se fosse confermato che si tratta di questo tipo di neoplasia, oggi sono molto migliorate ed efficaci e una buona parte delle pazienti guarisce". In ogni caso, come confermano tutti gli esperti, è proprio in casi come questi che diventa fondamentale la precocità della diagnosi.

 

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