Putin, lo schiaffo alla vedova di Navalny: "Questa è la vita"
Uno sprezzante sberleffo a Julija Navalnaya e agli oppositori del regime. Fresco di rielezione e plebiscito (87% di voti a suo favore), Vladimir Putin si permette il lusso di regalare parole contrite e quasi commosse nei confronti del suo nemico Aleksei Navalny, morto alcune settimane fa nella prigione in Siberia nella quale era detenuto, e della sua vedova che aveva lanciato la "operazione mezzogiorno".
Gli anti-Putin avrebbero dovuto presentarsi ai seggi tutti insieme domenica a mezzogiorno, per testimoniare come il clima in Russia fosse cambiato. Alla luce dei risultati, che certo non possono essere espressione di trasparenza democratica, la prova di forza contro il Cremlino non si è realizzata.
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"Se l'opposizione ha pensato che tutti dovrebbero venire a votare, indipendentemente da chi sostengono, questo è un bene. Per quanto ne so, non ci sono stati effetti particolari", ha spiegato Putin nel corso di un incontro con i media presso il quartier generale della sua campagna elettorale, come riporta l'agenzia russa Tass. Per il presidente gli incidenti di voto, come i tentativi di rovinare le schede, sono "quantomeno antidemocratici. Quando non si vuole votare perché non si sostiene nessuno dei candidati - è una cosa. Ma quando si vogliono creare problemi alle persone che sono venute a esercitare i loro diritti elettorali, quando non si mostra rispetto per la loro scelta, è tutta un'altra cosa", ha concluso il presidente, annunciando provvedimenti per chi ha "rovinato" le proprie schede elettorali.
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Lo Zar, dunque, resterà al potere per altri 6 anni, fino al 2030. In pieno di Stato di guerra, Putin ha ottenuto la sua più grande vittoria da quando siede al Cremlino, un mandato che gli consentirà di continuare la campagna militare in Ucraina, la brutale repressione del dissenso e il braccio di ferro con l'Occidente. Rivolto al Paese al termine della giornata, il capo del Cremlino ha ringraziato quanti lo hanno votato e hanno contribuito a creare le condizioni per il "consolidamento politico interno" e ha avvertito che non si lascerà "intimidire".
Poi per la prima volta ha parlato della morte del suo principale oppositore Navalny. Lo ha chiamato per nome, respingendo le accuse di averlo ucciso e sostenendo che qualche giorno prima del decesso, nella sperduta prigione nell'Artico, aveva dato il 'via libera' allo scambio del dissidente con alcuni prigionieri russi in Occidente. "Che mi crediate o no, l'uomo che mi ha parlato non aveva finito la frase e io ho detto: sono d'accordo. Ma sfortunatamente è successo quel che è successo".
Putin ha spiegato che qualcuno che non appartiene all'amministrazione presidenziale - nei giorni scorsi gli alleati di Navalny avevano parlato dell'oligarca Roman Abramovich - aveva proposto di scambiare il dissidente con i russi imprigionati nei Paesi europei. "Ho accettato ma a una condizione: lo scambiamo, ma che non torni più. Che se ne rimanga li'. Ma questa è la vita". E poi, parlando del "signor Navalny", ha descritto la sua morte in una prigione nel Circolo Polare Artico come "un triste evento".