Niger, schiaffi del premier alla Ue: "Migranti? Nessuna barriera. Putin? Decidiamo noi"
"Tutta la storia dell’umanità è fatta di migrazioni e non abbiamo intenzione di porre barriere sul nostro territorio". E ancora: "Non spetta ad altri dirci con chi dovremmo o non dovremmo stare". Il Niger, che dopo il colpo di Stato dello scorso 26 luglio è governato Consiglio Nazionale per la Salvaguardia della Patria (Cnsp) non ha nessuna intenzione di farsi dettare l'agenda dall'Occidente né sui rimpatri dei migranti, né sulle alleanze. Lo dice senza mezzi termini il primo ministro Ali Mahaman Lamine Zeine nell'intervista rilasciata in esclusiva Gianni Vernetti per Repubblica.
"Non spetta ad altri dirci con chi dovremmo o non dovremmo stare. I paesi cooperano liberamente fra loro, secondo i loro interessi. L’Europa non ha forse rapporti con la Russia?", risponde alla domanda sui rapporti del suo governo con Mosca anche alla luce dell’Alleanza degli Stati del Sahel che il Niger ha recentemente promosso con il Mali e il Burkina Faso creando una crescente preoccupazione occidentale sulle ingerenze russe in quest'area. "L’ambizione della nuova alleanza fra Niger, Mali e Burkina Faso", specifica il primo ministro, "è quella di riconquistare la nostra vera indipendenza ed esercitare pienamente la nostra sovranità".
Tra i primi atti del Consiglio Nazionale per la Salvaguardia della Patria c'è stata l'abolizione della legge del 2015 relativa al traffico illegale di migranti. "Questa legge aveva trasformato il nostro Paese in un gendarme di guardia a un confine artificiale con l’Europa", spiega il primo ministro nigeriano puntualizzando che il suo Paese "è stato trasformato in una sorta di hub per i migranti criminalizzando qualsiasi attività di trasporto passeggeri che coinvolgesse i migranti". "Molti giovani nigerini che si guadagnavano da vivere con questa attività di trasporto si sono ritrovati da un giorno all’altro ad essere considerati dei criminali", denuncia Ali Mahaman Lamine Zeine su Repubblica. "La città di Agades è stata cosi trasformata in un centro di detenzione per i giovani africani di passaggio e in una città sotto assedio nella caccia ai migranti. Gli abitanti del Sahel per loro natura non conoscono i confini e la libertà di movimento è sacra qui nel Sahel. Tutta la storia dell’umanità è fatta di migrazioni e non abbiamo intenzione di porre barriere sul nostro territorio".
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Ali Mahaman Lamine Zeine punta l'indice contro la Francia rea di aver deciso di rimpatriare i nigeriani in seguito all’avvento del nuovo governo del Cnsp, che la Francia non ha riconosciuto come autorità legittima del Niger. "Non abbiamo scelto noi di cacciare la Francia", tuona il primo ministro. "La Francia voleva, come al solito, governare gli affari interni del Niger e noi abbiamo detto basta. Lo stesso vale per la presenza dell’esercito francese in Niger che aveva deciso di non collaborare più con noi nella lotta al terrorismo. In queste condizioni, nulla giustificava più la presenza militare francese nel nostro Paese".
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Parole di apprezzamento invece, vengono spese dal premier nigeriamo per la presidente del Conglio Giorgia Meloni, "che fin da quando era all’opposizione si è battuta per la democratizzazione delle relazioni franco-africane, denunciando il franco Cfa che la Francia ha imposto ai cosiddetti Paesi francofoni dell’Africa, una valuta che ostacola in modo inaccettabile il commercio tra l’Africa e il resto del mondo". "La cooperazione tra Italia e Niger", spiega Ali Mahaman Lamine Zeine a Repubblica, "risale a diversi decenni fa e copre molti settori che vanno dall’agricoltura alla tutela dell’ambiente. Per quanto riguarda la presenza militare italiana in Niger, il nostro ministero della Difesa ha già contattato tutti i Paesi interessati, inclusa l’Italia, per ridefinire i vari accordi bilaterali. È un processo in corso e credo che", conclude Ali Mahaman Lamine Zeine, "Italia e Niger raggiungeranno un accordo reciprocamente vantaggioso".
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