Piano Mattei, ecco come l'Italia esporta sviluppo: formazione, salute ed energia
1) Cosa è il Piano Mattei?
È un piano strategico per la costruzione di un nuovo partenariato tra l’Italia e gli Stati africani.
2) Quel è l’obiettivo?
Prevenire l’immigrazione selvaggia dal Continente col creare in loco risorse e sviluppo che possano al contempo essere anche occasione di crescita anche per l’economia italiana.
3) Perché si chiama Piano Mattei?
In omaggio a Enrico Mattei: comandante partigiano democristiano che chiamato a liquidare l’Agip invece la rilanciò e anzi da essa fece nascere l’Eni, la cui strategia era la ricerca di energia a prezzi convenienti per il miracolo economico italiano attraverso rapporti di cooperazione coi Paesi del Terzo Mondo. Ai produttori Mattei offriva condizioni concorrenziali rispetto alle multinazionali tradizionali (le “Sette Sorelle”). Una teoria diffusa, anche se mai dimostrata, vede nella sua morte avvenuta nel 1962 in un misterioso incidente aereonautico, una vendetta di interessi che aveva disturbato.
4) Come è partito il Piano Mattei?
Con un “Vertice internazionale Italia-Africa” che si è tenuto a Palazzo Madama in occasione dell’avvio della presidenza del G7.
5) Chi era presente al Vertice?
Tredici paesi africani erano presenti con il loro presidente, cinque con il vicepresidente, otto con il primo ministro, quattordici col ministro degli Esteri, si con l’ambasciatore. C’erano inoltre il Presidente dell’Unione africana Azali Assoumani, il Presidente della commissione dell’Unione africana Moussa Faki Mahamat, la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, la Presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, il Presidente del Consiglio europeo Charles Michel, il Vice-Segretario Generale delle Nazioni Unite Amina J. Mohammed. Il Vaticano era rappresentato dal Segretario di Stato Cardinale Pietro Parolin Vaticano. Tra i grandi istituti bancari internazionali c’erano l'African Development Bank, l'European Bank for Reconstruction and Development la Bei, la World Bank. Tra le agenzie Onu c’erano Fao, Ifad, Fmi, Oim, Irena, Oecd, Unesco, Unhcr, Unicef, Unido, Undp, Unodc. Erano presenti anche grandi imprese. In tutto, una settantina di ospiti.
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6) A quanto ammontano i finanziamenti per il Piano Mattei?
A 5,5 miliardi di euro tra crediti, operazioni a dono e garanzie. Circa 3 miliardi vengono dal fondo italiano per il clima; 2,5 miliardi dal fondo per la Cooperazione allo sviluppo. Il governo intende “coinvolgere le istituzioni finanziare internazionali, le banche multilaterali di sviluppo, l'Unione europea e altri Stati donatori”: entro un anno, è stato annunciato, sarà creato un nuovo strumento finanziario insieme a Cassa depositi e prestiti per agevolare gli investimenti del settore privato.
7) Quali sono gli obiettivi dichiarati?
Secondo il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, «l’intendimento e l’auspicio sono quelli di poter realizzare, dopo il dialogo intenso avviato negli anni scorsi con le conferenze ministeriali Italia-Africa, un rapporto ancora più forte e strutturato tra il continente africano e il nostro Paese».
Il Capo dello Stato ritiene che sia «importante stringere intese con i Paesi di origine e transito del flusso migratorio»,e «collaborare con i Paesi del continente africano in una maniera che coinvolga l’intera Unione europea». Secondo il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, c'è «un approccio nuovo, non predatorio, non paternalistico, ma neanche caritatevole». Piuttosto il governo preferisce «un approccio da pari a pari, per crescere insieme.
Abbiamo stabilito delle materie prioritarie sulle quali lavorare e dei Paesi pilota nei quali avviare i primi progetti».
8) Quali sono i Paesi coinvolti?
Progetti pilota sono in nove Paesi: Marocco, Tunisia, Algeria, Egitto, Costa d'Avorio, Etiopia, Kenya, Repubblica Democratica del Congo e Mozambico.
9) Quali sono i settori interessati?
Per Istruzione e Formazione ll Piano intende promuovere la formazione e l'aggiornamento dei docenti, l'avvio di nuovi corsi professionali in linea con i fabbisogni del mercato del lavoro e la collaborazione con le imprese, coinvolgendo in particolare gli operatori italiani e sfruttando il modello italiano delle Pmi. In Marocco si parte con “un grande centro di eccellenza per la formazione professionale sul tema delle energie rinnovabili” e in Tunisia una riqualificazione strutturale delle scuole, con scambi fra studenti e insegnanti. Per quanto riguarda l’agricoltura si punta a diminuire i tassi di malnutrizione, favorire lo sviluppo delle filiere agroalimentari, sostenere lo sviluppo dei biocarburanti non fossili. Per l'Algeria è previsto “un progetto di monitoraggio satellitare sull'agricoltura”, in Mozambico “un centro agroalimentare che valorizzi le eccellenze e l'esportazione dei prodotti locali”, in Egitto si punta a «sostenere in un'area a 200 chilometri da Alessandria la produzione di grano soia, mais e girasole, con investimenti in macchinari, sementi, tecnologie, e nuovi Ñwñ metodi di coltivazione». Per la Salute, il Piano punta a rafforzare i sistemi sanitari, migliorando l'accessibilità e la qualità dei servizi primari materno-infantili, con un progetto in Costa d'Avorio.
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Per l’Energia, uno dei settori centrali del Piano, l'obiettivo è rendere l'Italia un hub energetico tra l'Europa e l'Africa, con “l'interconnessione elettrica Elmed fra Italia e Tunisia e il nuovo corridoio per il trasporto di idrogeno dal Nord Africa all'Europa centrale passando per l'Italia”. Centrale il nesso clima-energia, con interventi per rafforzare l'efficienza energetica e l'impiego di energie rinnovabili, con “un'iniziativa in Kenya dedicata allo sviluppo della filiera dei biocarburanti, che punta a coinvolgere fino a circa 400 mila agricoltori entro il 2027”. Per l’Acqua gli interventi prevedono la perforazione di pozzi, alimentati da sistemi fotovoltaici, gli investimenti sulle reti di distribuzione. Uno dei progetti perla Repubblica Democratica del Congo prevede ad esempio la “costruzione di pozzi e reti di distribuzione dell'acqua, soprattutto a fini agricoli, alimentate esclusivamente da energia rinnovabile”, mentre in Etiopia ci saranno “interventi di risanamento delle acque”.
10) Quali sono i prossimi sviluppi?
Una cabina di regia si riunirà per la prima volta entro fine febbraio per lavorare ai primi progetti. Intanto, il 12 febbraio è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il primo bando per 180 milioni di euro dell’Agenzia italiana per la Cooperazione allo sviluppo (Aics), in collaborazione con la Direzione generale per la Cooperazione allo sviluppo (Dgcs) della Farnesina, in favore di enti territoriali (regioni, province, comuni e città metropolitane) e di organizzazioni della società civile. 60 milioni in favore degli enti territoriali e 120 milioni in favore delle organizzazioni della società civile. Si tratta, riferisce la Farnesina in una nota, del bando di cooperazione allo sviluppo in questo settore dal valore più elevato degli ultimi anni e primo seguito operativo del Piano Mattei per l’Africa che ha l’obiettivo di fare dell’Italia il perno di una serie di interventi volti a promuovere lo sviluppo sostenibile dei Paesi partner. L’85% delle risorse allocate sarà destinato alla realizzazione di programmi in Paesi del continente africano mentre il restante 15% sarà dedicato ad altri Paesi del resto del mondo, tra cui l’Ucraina. Il bando è consultabile sul sito dell’Aics al link Portale trasparenza agenzia italiana per la Cooperazione allo sviluppo-Bando 2023 per la concessione di contributi a Iniziative promosse da enti territoriali e dalle organizzazioni della società civile (aics.gov.it). L e proposte con la documentazione completa dovranno essere trasmesse entro il termine perentorio del 6 maggio 2024. Questa nuova iniziativa punta a sostenere una cooperazione che si distingue per qualità, realizzabilità e capacità di fare leva sul partenariato, capitalizzando il patrimonio costruito insieme alle organizzazioni della società civile e agli enti territoriali, riconosciuti come soggetti al centro dell’azione della Cooperazione italiana. Le iniziative promosse da questo bando dovranno fornire un contributo concreto, misurabile ed efficace alla realizzazione dell’Obiettivo di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite.
Articolo tratto dal sito Tgn - The Global News