Monica Lewinsky si butta in politica: com'è oggi a 50 anni
Dopo il Watergate, il cosiddetto Sexgate è stato, almeno mediaticamente, lo scandalo che ha fatto più baccano tra quelli che hanno coinvolto la Casa Bianca negli ultimi decenni. Ha visto coinvolti da una parte il 42esimo presidente degli Stati Uniti, il democratico Bill Clinton. Dall'altra la stagista Monica Lewinsky, 22 anni (27 meno di Clinton), che nel giro di poche settimane tra la fine del 1997 e l'inizio del 1998 acquistò una celebrità globale, quando la sua relazione con il presidente venne resa pubblica.
Ventotto anni più tardi e pochi mesi dopo aver compiuto i 50 anni, la Lewinsky è tornata sui media di mezzo mondo, per quella che è stata definita da alcuni commentatori come la sua 'terza vita', scelta dal marchio di moda Reformation come testimonial della campagna dell'azienda “You've got the power” lanciata in collaborazione con Vote.org, la più grande organizzazione apartitica del Paese che lavora per incoraggiare le persone a partecipare al processo di voto.
«Votare significa usare la propria voce per essere ascoltati, ed è l'aspetto più determinante della democrazia», ha affermato la Lewinsky sul sito web della Reformation. «Se vuoi lamentarti per i prossimi quattro anni, devi andare a votare». In un'intervista pubblicata lunedì su sul settimanale Elle, Lewinsky ha affermato che la partnership vuole essere una risposta alla crescente frustrazione e apatia degli elettori in vista delle elezioni presidenziali di novembre. «Dobbiamo tutti ricordarci a vicenda che non possiamo lasciare che ciò ostacoli il bisogno di votare, che è solo così che possiamo far ascoltare la nostra voce. È lì che sta il nostro potere».
Rimasta nella mente di molti come una brunetta un po’ cicciottella e con la classica “cofana” di capelli che andava di moda negli anni Novanta, l’ex stagista della Casa Bianca appare in forma e con un look sbarazzino nella campagna di Reformation nella quale indossa un trench in pelle, un completo rosso brillante a due pezzi, maglioni e altri indumenti. A 50 anni, più in forma e più bella di come appariva quasi trent’anni fa nelle foto pubblicate da tutti i giornali del mondo, prima fra tutte quella ufficiale, scattata nel 1995 con Bill Clinton nella Sala Ovale. La relazione tra la stagista e il presidente iniziò proprio nel novembre di quell'anno e durò fino al marzo 1997. Sedici mesi durante i quali la coppia ebbe nove incontri intimi alla Casa Bianca, alcuni dei quali proprio nella Sala Ovale. La liason si trasformò in scandalo pubblico all'inizio del 1998, quando l’amica e collega della Lewinsky, Linda Tripp, consegnò al procuratore Kenneth Starr (che stava già indagando su altre vicende legate ai Clinton, incluso lo scandalo Whitewater) le conversazioni telefoniche della Lewinsky, che aveva segretamente registrato per mesi dopo che quest'ultima le aveva confessato la sua relazione con Clinton.
Più che per la Lewinsky, i guai arrivarono ovviamente per il presidente. Che il 26 gennaio 1998 fu chiamato a una imbarazzante pubblica dichiarazione televisiva al Paese, nel corso della quale pronunciò le celebri parole «io non ho avuto rapporti sessuali con quella donna, Miss Lewinsky». Celebri perché sconfessate brutalmente da tutto quel che i media pubblicarono nelle settimane successive a proposito di fellatio, di un abito della Lewinsky macchiato dallo sperma presidenziale e persino di sigari usati per giochi sessuali. Clinton, chiamato davanti a un gran giurì, ammise di aver avuto rapporti sessuali con la giovane stagista e finì sotto richiesta di impeachment da parte della Camera dei Rappresentanti con l’accusa di spergiuro, ma venne poi salvato dal voto del Senato a maggioranza democratica. Nei successivi quindici anni Monica Lewinsky visse tra collaborazioni a libri che si occupavano dello scandalo e comparsate televisive, incluse quelle in alcuni reality. Fu anche testimonial di un’azienda nota per i suoi programmi per la perdita di peso.
VITTIMA DI BULLISMO
Nel 2014 tornò però sulla scena pubblica con una intervista su Forbes nella quale si definiva «il paziente zero del cyberbullismo», per quello che aveva dovuto subire dai media prima e dai social poi in seguito all’affaire con il presidente e per come la sua vita fosse stata sconvolta da quel momento in poi. Divenne ambasciatrice e consulente dell’organizzazione anti-bullismo Bystander Revolution. Nel 2017 si unì al movimento Me Too, sostenendo che la relazione con Bill Clinton, pur consensuale, dal suo punto di vista costituisse un abuso di potere da parte del presidente, che era di 27 anni più vecchio di lei nonché l'uomo più potente del pianeta. Nel 2020 fu co-produttrice di una serie televisiva in 10 episodi intitolata Impeachment che ripercorreva le vicende del Sexgate fino alla messa in stato di accusa di Clinton. E oggi, la donna divenuta celebre per le fellatio prestate al presidente degli Stati Uniti è arrivata a parlare, ripresa in tutto il mondo, dell’importanza del voto in una democrazia.