Vladimir Putin assediato dalle donne: il corpo di Navalny e le cronache dal regime
Non solo in Iran, anche in Russia a contrastare il regime con più tenacia sono le donne. Lyudmila e Yulia, madre e moglie di Alexei Navalny, lo dimostrano; ma non ci sono solo loro. La prima è una mamma russa, vale a dire una madre come tante al mondo ma dotata di cingoli: come un carro T54 non si è mai fermata davanti agli ostacoli dei medici, ai niet dei burocrati, alle minacce dello Fsb di smembrare il corpo del figlio o di seppellirlo dentro una prigione. Ha vinto lei (per ora) e le hanno restituito il cadavere di Alexei.
Yulia ha uno stile opposto, è una donna bella e sofisticata, così occidentale come sono solo i russi quando ci si mettono. Lei ha ereditato la guida del movimento, da lontano. E poi, al di fuori della famiglia Navalny e dei circoli di oppositori politici, ci sono donne che protestano per quello che il governo impone loro: si tratta soprattutto delle madri e delle mogli dei soldati, arruolati in un esercito noto per la durezza della disciplina, la corruzione dei quadri e la violenza dell’approccio al nemico, ai civili e ai suoi stessi militari. Uno stile di guerra che non cambia mai da quelle parti per il semplice motivo che funziona.
Ma le donne non lo accettano. Ieri la polizia russa ha arrestato almeno quattro persone, tra cui anche due giornalisti, durante la protesta che ogni settimana le mogli dei soldati che combattono in Ucraina fanno davanti al Cremlino. Come si vede in un video pubblicato dalla testata indipendente SOTA su Telegram, la polizia ha fermato almeno quattro persone, di cui due indossavano giubbotti gialli con la scritta «Stampa».
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IL MISTERO DEI FUNERALI
La restituzione della salma è stata resa nota dalla portavoce di Lyudmila, Kira Yarmysh: «Grazie di cuore a tutti coloro che insieme a noi lo avevate richiesto». La portavoce non ha fornito informazioni su quando e dove si svolgeranno le esequie. Per oltre una settimana la famiglia aveva aspettato invano di vedere il cadavere del leader dell’opposizione russa, morto - secondo le autorità - per una «sindrome da morte improvvisa» dopo una passeggiata nella colonia penale nell’Artico dove era rinchiuso. La mossa del regime coglie di sorpresa perché la Russia aveva detto che non l’avrebbe restituita e aveva tenuto botta alle protesta internazionali per 14 giorni. Il motivo addotto era la necessità che gli inquirenti potessero chiarire le circostanze del decesso. Praticamente subito dopo la morte, la madre, Lyudmila Navalnaya, si è trasferita a Salekhard, la località più vicina alla colonia carceraria dove Navalny è morto. «Ljudmila è ancora a Salechard», ha chiarito la portavoce, «il funerale deve ancora esserci. Non sappiamo se le autorità interferiranno sul realizzarlo come vuole la famiglia e come merita Alexei». Il team del dissidente aveva detto in precedenza che il Cremlino voleva evitare il funerale pubblico, che potrebbe trasformarsi in una dimostrazione contro Putin. Il leader russo, che non ha mai pronunciato il nome di Navalny in pubblico, non ha detto una parola sulla sua morte.
VLADIMIR SEPOLCRO IMBIANCATO
Prima della svolta e della riconsegna di Alexei, sua moglie Yulia aveva accusato Putin di «torturare» il corpo del marito, tenendolo «in ostaggio». In un video di sei minuti su Youtube, la donna, in abiti neri, denunciava: «Sapevamo già che la fede di Putin era falsa. Ma ora lo vediamo più chiaramente che mai. Nessun vero cristiano potrebbe mai fare quello che Putin sta facendo ora con il corpo di Alexei»..«La sua morte non è stata sufficiente per Putin», proseguiva Yulia. «Putin è l’unico responsabile» della situazione attuale, colui che dà gli ordini; per poi concludere: «Dite di combattere contro il male occidentale che interferisce con i nostri valori tradizionali, ma uccidete soltanto. Bombardate i civili di notte, con missili tenuti nelle chie se» . Le donne di Russia hanno ancora molto da dire.
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