Vladimir Putin contro la ballerina: 20 anni di carcere per 50 euro agli ucraini?
Il pugno durissimo di Vladimir Putin contro gli oppositori interni rischia di schiacciare anche una ballerina, Ksenia Karelina Khavana, la cui storia sta diventando virale sui social scandalizzando mezzo mondo. Perlomeno, quello che non si riconosce nei metodi brutali del regime russo.
La giovane ballerina semi-professionista ha doppia cittadinanza, russa e americana, ed è stata arrestata dai servizi segreti russi con l'accusa è aver donato in beneficenza 51,8 dollari a Razom for Ukraine, organizzazione con sede a New York che fornisce aiuti umanitari in Ucraina. Una cifra illusoria, un atto politico "veniale" che però potrebbe costare carissimo alla giovane. Ksenia, arrestata a Ekaterinburg (città degli Urali a 1800 km dalla capitale Mosca), che ora rischia fino a 20 anni di carcere per tradimento. L'FSB, il servizio segreto interno di Mosca, ha un dossier sulla ragazza e sul suo conto è stata messa anche la partecipazione ad alcune manifestazioni pro-Kiev in territorio americano.
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La Karelina da 10 anni vive a Los Angeles, in California, ed era tornata in Russia per far visita alla nonna novantenne. Ad aggravare le accuse contro la ballerine, il sospetto dell'FSB sulle reali attività della associazione no profit Razom for Ukraine, che dietro al paravento del sostegno umanitario sarebbe impegnata nelle forniture di armi e munizioni all'esercito di Kiev. Una versione, questa, fermamente respinta dal presidente Mykola Murskyj, che l'ha definita "una sciocchezza. Forniamo forniture di pronto soccorso ai soldati ucraini e a coloro che combattono per l’indipendenza dell’Ucraina, ma mai armi o munizioni".
Dietro all'arresto della Karelina, in realtà, Mosca celerebbe il suo vero obiettivo: quello di formare una "squadra" di detenuti-ostaggio con passaporto americano da utilizzare come merce di scambio in futuri, eventuali negoziati con Washington.