Morti sospette, dalla Bielorussia alla Spagna: la vera arma della dittatura
Navalny è morto, ma il pressing del regime sulla sua famiglia continua. Da una parte, il fratello del dissidente, Oleg Navalny, è stato inserito dalle autorità di Mosca nella lista dei ricercati. Lo riporta l’agenzia di stampa ufficiale russa Tass spiegando che è stato aperto un nuovo procedimento penale nei confronti del fratello di Alexei Navalny, senza però specificare quali siano le accuse a suo carico. Nel 2014 Oleg e Alexei Navalny furono condannati a tre anni e mezzo di reclusione per accuse di frode, in un processo poi bocciato dalla Corte europea dei diritti dell’Uomo. Oleg finì in carcere, mentre ad Alexei Navalny fu concessa la sospensione condizionale della pena. Nel 2021 Mosca usò quella sentenza, e l’accusa di aver violato i termini della condizionale, per arrestare Alexei Navalny al suo ritorno a Mosca dalla Germania, dove era stato curato dopo l’avvelenamento.
Nel febbraio 2022 Oleg Navalny è stato condannato in contumacia a un anno di reclusione con l’accusa di aver incitato i cittadini russi a scendere in piazza contro l’arresto di suo fratello. Oleg Navalny avrebbe lasciato la Russia nel 2021: non è chiaro dove si trovi, ma si ritiene che si sia traferito a Cipro. Intanto nelle ultime ore la madre di Oleg e Alexei Navalny, Lyudmila Navalnaya, ha chiesto in un video messaggio che le venga restituito il corpo del figlio. «Per il quinto giorno non lo vedo, non mi danno il suo corpo e non mi dicono nemmeno dove si trova», afferma la donna.
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Problemi anche per la vedova Yulia Navalnaya, che dopo aver accusato il regime per la morte del merito si è vista all'improvviso sospendere l’account di X, per vederselo poi riattivare dopo un’ora. Non estranea l’ondata di proteste che si era subito sollevata. Secondo la piattaforma il suo account è stato chiuso perché violava le “regole di X”. Una nota successiva ha spiegato che si è trattato di un errore. È possibile che le dichiarazioni di Yulia sulla morte del marito siano finite nelle maglie dei pochi sistemi di moderazione rimasti sulla piattaforma. Sull’account, arrivato a 120.000 follower, la donna ha annunciato in questi giorni che avrebbe proseguito le battaglie politiche del marito.
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Intanto, si è saputo che Valery Boyarinev, funzionario carcerario accusato di avere torturato Navalny, è stato promosso lunedì a Colonnello Generale: sembra una risposta alla voce secondo cui Putin avrebbe avuto l’intenzione di uscire dall’impasse utilizzando i dirigenti del carcere dove l’oppositore è morto come capri espiatori. Né le vittime sono finite. Dalla Spagna arriva infatti la notizia del ritrovamento di un cadavere che potrebbe essere quello del pilota russo Maxim Kuzminov, che dirottò un elicottero Mi-8 e fuggì in Ucraina nell’estate del 2023. Lo ha riferito il rappresentante dei servizi segreti della difesa dell’Ucraina Andrii Yusov, a Rbc-Ucraina, e sembra confermato dal direttore dei servizi segreti Esteri della Federazione Russa Sergei Naryshkin. Nel frattempo, è morto anche un prigioniero politico detenuto in Bielorussia: il 64enne Ihar Lednik, ex membro del partito socialdemocratico, storico attivista anti-dittatura. Era stato arrestato nel 2022, e condannato a tre anni per diffamazione contro il presidente Lukashenko. La detenzione aveva peggiorato la sua salute: aveva subito un’operazione e soffriva di un problema cardiaco.
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