Ivan Sechin, morto il figlio del fedelissimo di Putin: "Come Navalny", la mano dello zar?
È morto a 35 anni Ivan Sechin, figlio di un fedelissimo di Vladimir Putin nonché ad del colosso petrolifero russo, Rosneft. La causa del decesso? La stessa del dissidente Alexei Navalny, scomparso lo scorso 16 febbraio, ovvero un "coagulo di sangue staccato". Questa, almeno, è la versione offerta dai servizi carcerari russi per quel che riguarda Navalny. Sechin è morto lo scorso 5 febbraio dopo aver lamentato un "soffocamento", stando a quanto riferito dal canale Telegram VChK-OGPU, come riportato da Sky News.
"È caduto sul letto e ha perso conoscenza, hanno provato a rianimarlo" ma senza riuscirci. Il quotidiano indipendente russo Mediazona ha rivelato che il primo a scrivere della morte di Sechin è stato Leonid Nevzlin, ex manager della compagnia russa di petrolio e gas Yukos, che ha parlato di una "strana coincidenza". Nevzlin è un oligarca russo-israeliano che ha rinunciato alla cittadinanza russa dopo l'invasione dell'Ucraina. "Le mie condoglianze alla famiglia Sechin, costretta a nascondere il proprio dolore", ha poi aggiunto.
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Il padre di Ivan, Igor Sechin, è considerato una delle persone più potenti della Russia. In passato, dal 2008 al 2012, è stato vice primo ministro sotto Putin. E ancora oggi continuerebbe a mantenere forti legami con le agenzie di intelligence del Paese. Sechin, tra l'altro, è uno degli oligarchi sanzionati dall'Unione europea dopo l'inizio della guerra a Kiev.
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