Joschka Fischer, lo scenario: "Prepararsi al peggio", verso la guerra in Europa
Tirano venti di guerra in Europa. Che Vladimir Putin dopo l'Ucraina voglia invadere un altro Stato europeo non è solo una ipotesi ma è proprio un tema di cui dibattono diplomatici ed esperti, ancora di più dopo le dichiarazioni di Donald Trump, che ha detto che in caso di attacco russo non interverrà in nostro aiuto se non saldiamo i debiti. Parole che secondo il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg "minano la sicurezza di tutti".
Come riporta il Corriere della Sera, la minaccia è sempre più vicina. "Il ministro della Difesa danese, Troels Lund Poulsen, ha detto che la Russia potrebbe attaccare un Paese della Nato entro tre o cinque anni", "il suo collega tedesco, Boris Pistorius, aveva esortato gli europei a potenziare le loro capacità militari, poiché Putin, sempre più in modalità guerresca, potrebbe scatenare un conflitto contro l’Alleanza atlantica in meno di un decennio", "il capo dei servizi estoni ha suonato un allarme simile, attirando l’attenzione sul fatto che l’industria militare della Russia gira a pieno regime e mette il Cremlino in condizione non solo di proseguire a oltranza la guerra in Ucraina, ma anche di immaginare l’apertura di un altro fronte", si legge nell'articolo.
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La Svezia, poi, "dopo l’attacco russo contro Kiev", "ha messo in soffitta due secoli di neutralità e sta per entrare nella Nato seguendo l’esempio della Finlandia, hanno invitato i loro cittadini a 'prepararsi mentalmente alla guerra'". E Micael Johansson, capo di Saab, ha affermato che "la Russia è in grado di produrre tra 4 e 5 milioni di proiettili di artiglieria l’anno, più di dieci volte la quantità di cui è capace l’Europa", mentre "Vlad Gheorghita, capo delle forze armate romene, avverte che, se Putin avesse successo in Ucraina, il prossimo obiettivo sarebbero la Moldavia e i Balcani occidentali: 'La Russia non si fermerà qui e penso che l’escalation avverrebbe in tempi brevi'".
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L'ultimo allarme viene dal ministro degli Esteri tedesco Joschka Fischer: "Il ritorno della guerra sul nostro Continente pone la sicurezza comune al centro e davanti a tutto". "L’Europa deve fare un salto nella realtà", conclude, "preparandosi qui e ora al peggior scenario immaginabile". Ovvero bisogna pensare a "un riarmo coordinato per aumentare drammaticamente la nostra capacità di difesa e deterrenza, compreso uno scudo nucleare comune".