Joe Biden, "appello al 25esimo emendamento": i repubblicani vogliono rimuoverlo
Prima il rapporto del procuratore speciale, che definisce Joe Biden un "uomo anziano con limiti di memoria". Dunque, a stretto giro, una conferenza stampa convocata dal presidente Usa per difendersi dalle accuse. Peccato che proprio in quella conferenza stampa parli del "presidente del Messico Sisi". Voleva riferirsi ad Al Sisi, presidente dell'Egitto. L'ultima gaffe di una lunga serie, insomma. Uno scivolone che ha infuocato il dibattito negli Stati Uniti.
I repubblicani passano infatti all'attacco, si appellano al 25esimo emendamento della Costituzione, quello che permette la rimozione di un presidente ritenuto "non idoneo" all'incarico. Attacco totale, insomma: esponenti repubblicani trumpiani, come la deputata Marjorie Taylor Greene, chiedono la "destituzione" del presidente dopo la pubblicazione del rapporto del procuratore speciale Robert Hur e dopo l'ultima gaffe.
"Joe Biden non è in grado di sostenere un processo per i documenti rubati dopo aver lasciato l'incarico al Senato e da vice presidente, ma è invece in grado di portare in giro la valigetta nucleare?", scrive su X la deputata della Georgia, un tempo seguace do QAnon, dicendo che ci sono solo due soluzioni "il 25esimo emendamento o l'impeachment".
Il rapporto "non descrive qualcuno che deve essere il comandante in capo delle nostre forze armate e il difensore delle libertà americano" le ha fatto eco il senatore della Florida, Rick Scott, chiedendo al gabinetto di Joe Biden di invocare il 25esimo emendamento. Dovrebbe essere la vice presidente Kamala Harris, che dovrebbe avviare la procedura, e i membri dell'amministrazione democratica che dovrebbero concordare sul fatto che il presidente "non sia in grado di esercitare i suoi poteri ed assolvere i suoi compiti", come recita l'emendamento. A questo punto poi servirebbe la maggioranza qualificata sia di Camera che Senato per rimuovere il presidente.