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Re Carlo, spunta l'ipotesi "opzione nucleare": cosa dovrà fare William

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Il primo atto della "reggenza soft" del principe William è stato registrato mercoledì scorso in una cerimonia di investitura al Castello di Windsor. Era atteso re Carlo III, ma per le ben note sue condizioni di salute, il sovrano ha delegato il figlio maggiore restando lui nella residenza di Sandringham, da dove intende continuare ad adempiere ai suoi “doveri di Stato” dall’interno. Di notte, poi, William ha raddoppiato in un secondo atto ufficiale per raccogliere fondi per le ambulanze aeree a Londra. Ciò che registrano le cronache dal Regno Unito non ha però nulla di straordinario: alla “soft regency” era già ricorsa la regina Elisabetta II durante gli ultimi anni del suo regno quando Carlo, da principe di Galles, aveva cominciato gradualmente a sostituirla. In quel periodo, all’allora erede al trono era stato dato perfino accesso alla "valigetta rossa", quella che contiene i documenti ufficiali riservati al sovrano.

L’“opzione nucleare” prevista dalla Legge Reggenza del 1937 invece adesso non è stata nemmeno lanciata. Tutto sta avvenendo in maniera ufficiosa: Carlo III non ha convocato i Consiglieri di Stato (ovvero la regina Camilla, William, Anna, il principe Edoardo e la principessa Beatrice, cioè i reali in servizio), né è stata proclamata la reggenza ufficiale. Possibilità, quest’ultima, che i tabloid definiscono “l’opzione nucleare”, poiché la conseguenza principale è una sorta di implosione del potere del Re, la perdita di un equilibrio nazionale che il reggente deve essere in grado di ristabilire.

L'opzione nucleare potrebbe essere invocata in caso di “incapacità permanente” o di “debolezza fisica o mentale” del sovrano, ma dalle brevi dichiarazioni di Buckingham Palace sembra chiaro che Carlo III continuerà a svolgere le sue funzioni e non avrà bisogno nemmeno di fare affidamento sui suoi consiglieri di Stato. Del resto, fa notare su INews Robert Hazell, professore alla University College London ed esperto della monarchia britannica, "dal punto di vista costituzionale ci sono poche cose che solo il monarca può fare, Ma c’è un ampio raggio di doveri e attività che possono essere svolte dagli altri senior royals per ridurre la pressione sul Re, ciò che effettivamente accadrà ora". La situazione attuale, secondo Robert Hazell è dunque quella di una “soft regency” che viene definita come “un silenzioso sollievo dai doveri pubblici” mentre il monarca continua a preservare “le funzioni costituzionali vitali”.

 

 

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