Netanyahu chiude alla tregua: "Vicini alla vittoria, distruggeremo Hamas"
Arrivati al 122esimo giorno di guerra, Hamas ha proposto un piano per la tregua. Piano che però il primo ministro di Israele Benjamin Netanyahu rifiuta. Il motivo? "Non ci sarà fine alla guerra a Gaza se non con la completa eliminazione di Hamas". È quanto ha riferito al segretario di Stato Usa, Antony Blinken durante i colloqui di mercoledì 7 febbraio. L'obiettivo di Israele è dunque chiaro: "Siamo a un passo dalla vittoria totale". Anzi, l'ultimo ordine inviato all'esercito è quello di avanzare verso Rafah, nel sud della Striscia, a un passo dall'Egitto. Da qui la conferma: "Solo la pressione militare agisce per la liberazione degli ostaggi. I nostri soldati non sono caduti invano".
Proprio per questo - ha proseguito nel suo discorso in merito all'accordo sulle trattative per la liberazione degli ostaggi -. Vogliamo la completa demilitarizzazione di Gaza, continueremo a operare a Gaza per tutto il tempo necessario, in modo che i terroristi non rialzino più la testa. Non c'è alternativa alla distruzione militare di Hamas. Se ci arrendiamo alle condizioni di Hamas potremo arrivare a un altro massacro".
"Risposta positiva da Hamas": ostaggi, verso la svolta? Le condizioni poste a Israele
Solo poche ore prima Blinken aveva detto di sperare in un accordo tra Israele e Hamas sugli ostaggi ma che "c'è ancora molto lavoro da fare". Dopo l'incontro a Gerusalemme con il premier israeliano Netanyahu, Blinken aveva anche riferito di aver discusso di "misure supplementari" per portare "aiuti necessari" nella Striscia di Gaza. Per il segretario Usa "abbiamo tutti un obbligo di fare tutto il possibile per portare la necessaria assistenza a coloro che ne hanno disperato bisogno e i passi che sono stati intrapresi e gli ulteriori passi che vanno presi sono al centro anche dei miei incontri qui".
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