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Houthi minacciano l'Italia, la replica: "Se c'è un attacco si reagisce con le armi"

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Minacce esplicite e dirette all'Italia da parte del leader degli Houthi, Mohamed Ali al-Houti, che intervistato da Repubblica non usa giri di parole: "L'Italia diventerà un bersaglio se parteciperà all'aggressione contro lo Yemen". Così in riferimento alle operazioni militari nel Mar Rosso, dove i ribelli yemeniti ormai da settimane bersagliano qualsiasi nave battente una bandiera di un Paese schierato al fianco di Israele.

Parole a cui replica il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, direttamente dal Med Dialogues Extraordinary expert meeting in corso a Roma. Il ministro spiega che la missione europea nel Mar Rosso "sarà navale e aerea. E noi italiani avremo il comando operativo della missione in mare". E ancora: "Non saranno missioni di accompagno, ma di difesa operativa: se c'è un attacco si reagisce". Parole chiarissime, quelle di Tajani, il quale ha poi precisato come "le regole di ingaggio sono di reazione militare ad attacchi con missili o marittimi".

In precedenza, alle minacce degli Houthi aveva risposto anche Stefania Craxi, presidente della commissione Difesa del Senato: "Noi andremo nel Mar Rosso a difendere gli interessi nazionali, e da che mondo è mondo questo lo si fa anche con le armi, se necessario". E ancora, la Craxi ha rimarcato come "è in corso ormai da anni, una guerra ibrida contro l’Occidente". Quando le è stato chiesto se reputa le minacce degli Houthi realistiche, rispondeva: "Tutto l’Occidente viene minacciato e non da oggi, e noi facciamo parte dell’Occidente...". Risposta dunque affermativa. L'Italia non farà passi indietro rispetto alla missione Aspides, fissata entro il prossimo 19 febbraio.

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