Isole Chagos, Londra non le restituisce: sospetti sulla Cina

lunedì 22 gennaio 2024
Isole Chagos, Londra non le restituisce: sospetti sulla Cina
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Le isole Chagos, sono uno sperduto e sconosciuto arcipelago nell’Oceano Indiano. Isole che però hanno una grande importanza strategica. A Diego Garcia infatti si trova una base militare americana fondamentale per le operazioni dal Medio Oriente all’Afghanistan e per gli equilibri dell’intero Indo-Pacifico. Sotto controllo britannico dal 1814 sono l'ultima colonia dell'Inghilterra.

Ma le Nazioni Unite hanno sentenziato che questo possesso è illegale e le Chagos devono essere restituite a Mauritius, di cui avevano sempre fatto parte.

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Ora però i britannici, riporta il Corriere della Sera, hanno interrotto i negoziati perché lo scenario geopolitico è cambiato. "Fronteggiamo un mondo molto insicuro e pericoloso", ha detto Lord David Cameron alla Commissione Esteri del Parlamento, "c'è la necessità di mantenere la nostra sicurezza e rafforzare le nostre alleanze per proteggerci: dovremmo pensare a Diego Garcia in quel contesto. In ogni negoziato con i mauriziani, la questione prioritaria deve essere la sicurezza e l’uso di quella base". Secondo il ministro della Difesa Grant Shapps le Chagos devono restare sotto controllo britannico.  

Il problema è che dietro Mauritius ci sia la Cina che sull'isola ha almeno 47 progetti di investimento. "Non ci può essere dubbio che i cinesi stanno spingendo Mauritius a reclamare Diego Garcia. La Cina vuole l’accesso e il controllo del porto e della base aerea perché sono così strategicamente importanti. Anche se la restituzione a Mauritius venisse negoziata con sufficienti assicurazioni, significherebbe poco nel momento in cui la Cina esercita il suo potere economico e amministrativo su Mauritius", ha tuonato il deputato conservatore Sir Michael Ellis.

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Non solo. Si teme pure che la rinuncia alle Chagos "possa danneggiare la 'relazione speciale' con gli Stati Uniti, appena vista all’opera con i raid contro gli Houthi in Yemen, oltre che rischiare di rimettere in questione la sovranità britannica su territori come le Falklands o Gibilterra".