Donald Trump? Pur di sconfiggerlo la sinistra arruola anche la sifilide
L’informazione di sinistra ha tacitato i discorsi di Donald Trump perché, lo ha ammesso la sera stessa dei risultati delle primarie repubblicane nello Iowa Rachel Maddow di Msnbc, perché trasmettendoli si temeva di «diffondere notizie false». Salvo poi, visto che ormai si dispera di riuscire a fermare la marcia trionfale dell’ex presidente Usa verso la Casa Bianca, utilizzare anche i mezzi più tipici della disinformazione sovietica per demoralizzare l’avversario. L’ultima è una notizia non verificata e indegna dei paladini del fact-checking: il sospetto di sifilide sorto dopo che Trump è andato in tribunale a New York per affrontare un processo per diffamazione e all”uscita, nel salutare i suoi sostenitori, ha mostrato una mano con misteriosi segni rossi sul pollice, sull’indice e sulla parte superiore del palmo. Scatenati sui social i suoi detrattore hanno iniziato a insinuare che avesse contratto la lue, un modo dissimulato per definirlo un frequentatore di prostitute.
Finché i dermatologi consultati dai media per un parere hanno concluso che poteva trattarsi di un semplice eczema mentre altri hanno ipotizzato che si trattasse di ferite conseguenza dell’aver sbattuto la mano sul banco degli imputati per esprimere il suo sdegno contro le incriminazioni Bisognerà inventarsi qualcosa di più efficace, visto che fra l’altro la strategia di sostenere gli avversari del miliardario americano non sembra funzionare. Ci prova ancora il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, parlando con i giornalisti tentand di sminuire il trionfo dell’avversario: «Credo che non significhi nulla: ha ottenuto circa 50mila voti, il dato più basso mai registrato da chiunque abbia vinto nello Stato». Non ha considerato le temperature rigide che hanno impedito a molti di recarsi alle urne.
Raptus nell'aula di tribunale, Donald Trump rischia di essere cacciato: clamoroso a New York
Mancano quattro giorni al voto nello New Hampshire e i sondaggi descrivono un testa a testa tra Donald Trump e Nikki Haley nella prima tornata effettiva, dopo i caucus in cui l’ex presidente ha stravinto lunedì scorso, delle primarie repubblicane. Il rilevamento di American Research Group, dà infatti sia Trump che la sua ex ambasciatrice all’Onu al 40%. Contando anche i Democratici che potrebbero infiltrarsi nelle urne, la sfidante potrebbe aver guadagnato terreno. Ma se invece Trump dovesse replicare martedì prossimo il successo dell’Iowa, la corsa delle primarie rischierebbe di essere chiusa già dopo le prime battute.
Joe Biden, conti e politica estera: il fallimento del presidente Usa