Shell, stop alla navigazione nel Mar Rosso dopo il bombardamento Houthi
Non fa che peggiorare la situazione nel Mar Rosso, con gli Houthi, la minoranza sciita e filoiraniana di base nello Yemen, che non smettono di prendere di mira le imbarcazioni che lì vi transitano. L'ultimo episodio ha riguardato la Zografia, una nave cargo greca battente bandiera maltese, colpita nelle scorse ore da un missile a circa 100 miglia nautiche dalla città yemenita di Saleef. Allo stesso tempo proseguono i raid da parte degli Stati Uniti: le forze Usa hanno bombardato questa mattina diverse basi Houthi nello Yemen, secondo quanto riferito dall'emittente Al Jazeera che cita un funzionario di Washington.
Il funzionario americano avrebbe riferito che "l'attacco ha preso di mira 4 missili balistici appartenenti agli Houthi che erano pronti per il lancio". E ancora: "La decisione è maturata dopo che gli Houthi hanno colpito ieri, lunedì, la nave cisterna Gibilterra Eagle". Gli Houthi hanno iniziato ad attaccare le navi civili a novembre, dichiarando il loro sostegno alla causa palestinese. Un mese dopo, gli Stati Uniti hanno dato il via all’operazione “Prosperity guardian” per proteggere i mercantili in transito nell’area e solo qualche giorno fa ci sono stati attacchi aerei di Usa e Uk contro i ribelli Houthi. La situazione nella zona del Mar Rosso, insomma, è così delicata e tesa che il commercio marittimo globale rischia di entrare in una fase di grave crisi. Le rotte che passano dal Mar Rosso, infatti, sono tra le più trafficate al mondo. E diverse compagnie hanno già dirottato i propri mercantili verso il capo di Buona Speranza, in modo da evitare lo stretto di Bab al-Mandab e le altre zone rischiose dell'area.
La giapponese Nyk ha annunciato oggi in una nota di aver ordinato “alle nostre navi vicino al Mar Rosso di attendere in acque sicure e stiamo valutando la possibilità di cambiare rotta”. Poi, come rivelato dal Wall Street Journal, anche la compagnia petrolifera britannica Shell ha comunicato che non farà più navigare le sue petroliere nella zona "fino a nuovo ordine". Sospese, quindi, tutte le spedizioni attraverso il Mar Rosso. Il timore è quello di un'ulteriore escalation del conflitto che possa mettere a rischio gli equipaggi e provocare la fuoriuscita di petrolio dalle imbarcazioni. Tra l'altro a dicembre proprio una nave cisterna noleggiata dalla Shell per trasportare carburante per aerei in India era stata presa di mira da un drone nel Mar Rosso e importunata dalle imbarcazioni Houthi.
Shell, dunque, si aggiunge alle compagnie, come BP e Qatar Energy, che già a dicembre avevano deciso di sospendere le spedizioni nella regione. Questo potrebbe avere delle gravi ripercussioni sull'economia globale se si pensa che circa il 12% del totale del commercio mondiale di petrolio via mare passa proprio attraverso il Mar Rosso. Nelle scorse settimane, inoltre, anche i capitani di altre compagnie europee si sono rifiutati di far transitare le loro navi nell'area.