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Trump, dal razzismo al sessismo: le dieci balle su Donald

Carlo Nicolato
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«Se sarà eletto, Trump trasformerà l’America in una dittatura», lo hanno scritto tutti i giornali di sinistra in queste settimane. E comunque «una vittoria di Trump cambierà il mondo», ha invece titolato il Financial Times, ma in peggio ovviamente. Funeste profezie che non sono certo una novità per Trump, all’indomani della sua elezione nel 2016 già si diceva che fosse «l’uomo più pericoloso del mondo», e come avrebbe potuto essere altrimenti dal momento che per 4 anni un impareggiabile populista avrebbe disposto del «nuclear football», la famosa valigetta con i bottoni atomici?

Lo Spiegel scrisse che «niente sarebbe stato più dannoso per l’idea dell’Occidente e della pace nel mondo» di un Trump alla Casa BIanca: «Al confronto, l'America di George W. Bush sembrerà un luogo di logica e ragione».

 

 

 

PERICOLOSO

È questa probabilmente la balla più grossa sparata dalla sinistra riguardo al tycoon. Lo dimostrano semplicemente i fatti. Trump è stato il primo presidente dopo Jimmy Carter a non aver fatto entrare gli Usa in un nuovo conflitto, uno dei pochissimi nella storia degli Stati Uniti a non aver dichiarato guerra a una nazione o autorizzato operazioni militari in territori dove già non ci fosse una guerra. L’America di Bush quale “luogo di logica e ragione” citata dallo Spiegel la dovremmo semmai eufemisticamente paragonare a quella di Biden durante il cui mandato il mondo è diventato una specie di pentola a pressione pronta ad esplodere. Ma quali erano le chiavi della minaccia rappresentata da Trump? L’alleanza con Putin, ovviamente, e la distruzione della Nato.

 

AIUTATO DA PUTIN

Visto che siamo in tema di esagerazioni si può dire che il Russiagate è stato la più grande fake news della storia recente, montata su dichiarazioni mai verificate, su supposizioni e su rapporti ambigui, tipo quello del procuratore speciale Muller, che non scagionano e non confermano nulla, come disse lo stesso procuratore, ma in realtà smentiscono tutto. Non ci fu mai alcuna sentenza definitiva, nessuna pallottola fumante che dimostrasse che il tycoon avesse tramato con il nemico per arrivare alla Casa Bianca. Trump rischiò l'impeachment, ma per ironia della sorte questo non arrivò sulla Russia, bensì sull’Ucraina.

 

 

 

CONTRO L’UCRAINA

Trump era accusato, secondo anche in questo caso blande rivelazioni, di aver fatto pressioni politiche e ricattatorie su Kiev perché avviasse un’indagine sugli affari di Biden nel Paese, e in particolare sul figlio Hunter, membro del consiglio di amministrazione della società petrolifera Burisma Holdings. L’impeachment non passò e della vicenda si stenta ancora a parlarne negli Usa, giusto per evitare che si parli troppo degli affari di Hunter nello stesso Paese che di lì a poco sarebbe entrato in guerra con la Russia. Doppia ironia della sorte, l’impeachment ora incombe sulla testa di Biden e Hunter ne è il motivo principale.

È uno degli assiomi di base del teorema della sinistra secondo cui Trump avrebbe voluto, e vorrebbe ancora, far saltare gli schemi da Guerra Fredda sul quale l’Occidente si è retto dal dopoguerra in poi. Lo dimostrerebbero per ultimo le frasi riportate in questi giorni dal commissario europeo Thierry Breton secondo cui durante una conversazione con la Von der Leyen il tycoon avrebbe detto che «la Nato è morta» e che «se l’Europa sarà attaccata gli Usa non l’aiuteranno».

Queste frasi dimostrano piuttosto quel che Trump voleva fosse chiaro a tutti, e cioè che l’America non può sobbarcarsi tutto il peso militare dell’Alleanza quando Paesi europei ricchi come la Germania nemmeno rispettano l’impegno di investire nella stessa il 2% concordato. Con la guerra in Ucraina si è semplicemente dimostrato che Trump aveva ragione da vendere e i Paesi europei, con molto ritardo, stanno (forse) correndo ai ripari.

 

 

 

DEVASTA L’ECONOMIA

Per la sinistra la furia distruttrice di Trump non si sarebbe limitata alla politica estera, ma ovviamente anche e soprattutto a quella interna. Stando alle sinistre prefiche con la sua elezione l’economia americana era bella che spacciata, Trump avrebbe semplicemente fatto solo i suoi interessi. Di seguito alcuni dati alla fine dei tre anni di presidenza prima che arrivasse il Covid: disoccupazione al 3,5%, oltre 6 milioni di posti di lavoro in più, reddito medio +2,5%, tasso di povertà -0,9%, Pil (2019) +2,1%. Per non parlare dei mercati, in tre anni lo S&P 500 ha riportato un guadagno di oltre il 50%.

 

IL COVID

Poi appunto è arrivato il Covid e sono stati guai per tutti. Ma per l’America di più, perché c’era Trump. Nella narrativa della sinistra sembrava che negli gli Usa la gente morisse abbandonata per strada. Alla fine del 2020, e quindi del suo mandato, in America si registrarono 94,97 morti ogni 100mila abitanti, in Italia 111,23. Le accuse sul Covid, al netto delle sparate su Twitter, poggiavano soprattutto sul fatto che Trump avesse con le sue riforme già devastato la sanità del suo Paese abrogando l’Obamacare e avvantaggiando chi poteva comunque permettersi un’assicurazione sanitaria privata. Ma Trump non ha mai cancellato l’Obamacare.

 

È UN RAZZISTA

È l’accusa più antica, la più comune, anzi Trump è il simbolo stesso dell’uomo bianco alfa, razzista e sessista. «Il presidente più razzista della storia moderna» lo definì il Washington Post. Quando il nero George Floyd fu ucciso da quattro agenti di polizia fu un attimo per la sinistra addossare le responsabilità al presidente Trump. Eppure in America tali cose sono successe anche con Obama e con Biden. Non c’è nessun atto, da presidente o non, che provi concretamente che Trump è razzista. Perché dunque definirlo tale?

 

ASSASSINO DI IMMIGRATI

Forse perla sua politica antimigratoria colorita da espressioni quali «gli Stati Uniti dovrebbero volere immigrati da Paesi come la Norvegia piuttosto che da Haiti o El Salvador». Trump è stato più volte accusato di aver causato una catastrofe umanitaria con la sua politica migratoria, le sue deportazioni e il suo muro. Biden non ha fatto altro che mantenere tali leggi e continuare a costruire il muro. Quindi se Trump è un razzista anti-immigrati lo è anche Biden.

 

MANIACO SESSUALE

Nel maggio scorso Trump è stato condannato in sede civile a risarcire la scrittrice Jean Carroll con 5 milioni di dollari per diffamazione e abusi sessuali risalenti agli anni ‘90. Quindi tecnicamente Trump è un maniaco sessuale, lo dice la legge. Ma la bizzarra sentenza sostiene in realtà che la corte non ha creduto al racconto della Carroll sulla presunta violenza sessuale subita ma ha creduto a quello sulle molestie. Non c’erano testimoni, non ci sono prove. Solo un racconto che dice che Trump, l’uomo più pericoloso del mondo, è ovviamente anche un maniaco sessuale. Come non crederle?

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