Macron nomina Attal primo ministro, disse: "Italia vomitevole"
Gabriel Attal, 34 anni, è il più giovane primo ministro nella storia della Quinta Repubblica francese. È stato nominato oggi 9 gennaio da Emmanuel Macron che, a 39 anni, è stato il più giovane presidente.
Nato a Clamart, nel dipartimento degli Hauts de Seine, alla periferia di Parigi, Attal ha già un curriculum impressionante nonostante la sua giovane età ed è attualmente uno dei politici francesi più popolari con il 40 per cento di giudizi positivi.
L’attuale ministro dell’Istruzione (è stato nominato a luglio del 2023), è stato già ministro con delega ai Conti pubblici tra maggio del 2022 e luglio del 2023, portavoce del Governo tra luglio 2020 e maggio 2022 e segretario di Stato all’Istruzione tra ottobre 2018 e luglio 2020. In precedenza è stato portavoce di La République en Marche, il partito fondato da Emmanuel Macron nel 2016 ed è stato successivamente eletto deputato a giugno 2017 dopo la vittoria del partito alle legislative (e rieletto a giugno del 2022).
Il nuovo premier, di origine ebrea tunisina da parte di padre e di origine russa da parte di madre, è il partner di Stéphane Sejourné, attuale presidente di Renew Europe e segretario generale di Renaissance, con cui ha siglato un Patto civile di solidarietà (Pacs) nel 2017. Attal è uno dei pochi politici francesi ad aver parlato senza tabù della sua omosessualità.
Da sempre vicino Macron, di cui ha seguito tutta l’ascesa fino all’Eliseo, il neo premier è ben consapevole del "deficit" di anima che continua a perseguitare la maggioranza del governo: "Dobbiamo parlare di più ai cuori", ripete Attal.
Cuore che di certo Attal non ha avuto nei confronti dell'Italia: "La linea del governo italiano sui migranti è vomitevole". "È inammissibile fare della piccola politica con delle vite umane come sta accadendo in questo momento", diceva nel 2018 contro l'allora governo gialloverde, e in particolare contro Matteo Salvini, per la sua decisione di chiudere i porti all’Aquarius, la nave con a bordo più di seicento migranti di proprietà dell’Ong Sos Méditerranée.