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Cina, tutto pronto per la "tempesta perfetta"

Matteo Legnani
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Mentre gli occhi del mondo sono fissi da quasi due anni su Ucraina e Gaza, un conflitto subdolo, a bassa intensità, è in corso a migliaia di chilometri: nello Stretto di Taiwan. Un conflitto che Claudio Pagliara, corrispondente Rai da Washington dopo anni trascorsi nello stesso ruolo a Pechino, descrive come il preludio a una possibile tempesta perfetta che precipiterebbe il mondo in una terza guerra mondiale. Il suo è un punto di vista particolarmente privilegiato perché a scatenare l’armageddon sarebbero proprio Stati Uniti e Cina, le due superpotenze che ha avuto modo di conoscere a fondo, vivendoci per anni, da corrispondente della televisione italiana.

Tempesta perfetta” è il titolo che ha voluto dare al suo libro (Piemme) in cui racconta cosa ha portato gli Usa e il gigante cinese a un passo da un possibile conflitto armato e quale sarebbero lo scenario e le conseguenze di uno scontro che non avrebbe precedenti nella storia dell’umanità. Lo fa, in modo agile, raccontando attraverso aneddoti, testimonianze e cronaca la Cina di oggi. Sulla quale, forse tardivamente, l’opinione pubblica mondiale ha aperto gli occhi solo quando il Covid made in China ha sconvolto il pianeta per due anni, con conseguenze che stiamo scontando ancora. 

 

 

La Cina di oggi, scrive il corrispondente Rai riferendosi al pugno di ferro usato da Pechino a Hong Kong appena prima del Covid, è un Paese «che rapisce e incarcera i librai», come facevano i dittatori del ventesimo secolo che trascinarono l’umanità nella Seconda Guerra Mondiale. E che applica un sempre più invadente dirigismo anche in campo economico, soffocando quel mix di iniziativa privata e industria di Stato che ha spinto il Dragone a trasformarsi nella seconda economia mondiale. Nel ruolo di antagonista ci sono gli Stati Uniti reduci da un secolo vissuto da indiscutibili leader del mondo. Il gigante asiatico ha giocato sporco in ogni modo e la bilancia commerciale si è spostata sempre più a suo favore, toccando i 350 miliardi dollari l’annodi surplus con gli Stati Uniti e i 400 miliardi con l’Europa.

 


Pagliara evidenzia alcune delle battaglie più clamorose di questo conflitto, che si sta combattendo per lo più sul fronte dell’hi-tech, come il bando del colosso Huawei accusato di sfruttare le sue reti di telecomunicazione per spiare per conto del governo, o ancora le limitazioni imposte all’uso negli Stati Uniti del social cinese TikTok, ritenuto uno strumento di propaganda potenzialmente micidiale. Gli Usa hanno stanziato ingenti fondi all’alleato in pericolo, in una corsa agli armamenti che, avverte Pagliara, rischia ogni giorno di più di scatenare la tempesta perfetta.

 

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