7 ottobre, Hamas smentisce i pasdaran iraniani: "Le vere ragioni dell'attacco"
Le mosse dell'Iran in Medio Oriente si fanno sempre più spregiudicate. E preoccupanti. In poche ore, la conferma dell'Aiea circa l'incremento della produzione di uranio arricchito al 60%, componente fondamentale per le armi nucleari. Dunque la lettera all'Onu, in cui Teheran mette nero su bianco la rivendicazione di poter reagire contro Israele in seguito all'uccisione, in Siria, del generale delle Guardie della Rivoluzione Seyyed Razi Mousavi.
Ma non è tutto. Ora infatti i pasdaran iraniani, ovvero i Guardiani della rivoluzione, affermano che il brutale attacco dello scorso 7 ottobre si Hamas in Israele e Cisgiordania sarebbe stata "una delle vendette" per l'uccisione di Qassem Soleimani, capo della Forza Quds, ucciso in Iraq nel gennaio 2020 in un raid degli Stati Uniti. Insomma, l'Iran rivendica in un qualche modo il filo diretto con Hamas e con l'eccidio compiuto lo scorso 7 ottobre, l'attacco che ha innescato la risposta di Israele e la violenta guerra che sembra sempre più lontana da una fine.
All'Iran, però, ha replicato Hamas, prendendo le distanze da quanto sostenuto dai pasdaran. Hamas infatti ha smentito l'affermazione secondo cui l'attacco del 7 ottobre in Israele sarebbe stata una risposta all'uccisione del generale Soleimani. "Neghiamo - scrivono in un comunicato rilanciato dai media - quando riferito dal portavoce delle Guardie Rivoluzionarie riguardo l'operazione e i suoi motivi. Abbiamo sottolineato più volte i motivi, il principale dei quali la principale è stata la minaccia alla moschea di Al-Aqsa (Spianata delle Moschee, ndr). Ogni risposta della resistenza palestinese è una reazione all'occupazione e all'aggressione al popolo palestinese e ai luoghi santi", concludono da Hamas. Uno strano, e a tratti inquietante, caso diplomatico tra due attori protagonisti del terrore globale.