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Macron, la maggioranza si spacca: la riforma sull'immigrazione passa coi voti di Le Pen

Le Pen e Macron 

Mauro Zanon
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«Macron celebrato dall’internazionale fascista per la sua legge razzista». A pronunciare queste parole è Thomas Portes, deputato della France insoumise, ossia il partito della sinistra radicale francese. E il riferimento è alle dichiarazioni di Santiago Abascal, presidente del partito della destra sovranista spagnola Vox, che ieri ha applaudito il capo dello Stato francese, Emmanuel Macron, per la nuova legge sull’immigrazione.

Secondo Abascal, il testo, che introduce una «preferenza nazionale» nell’accesso ai sussidi pubblici e regole più severe perla regolarizzazione dei sans-papiers, dovrebbe infatti essere fonte di ispirazione in Spagna per il premier socialista Pedro Sánchez.

È un terremoto istituzionale inedito quello che da martedì sta destabilizzando il governo di Parigi e più in particolare la sinistra. L’approvazione del progetto di legge sull’immigrazione con i voti dei Républicains, il partito della destra gollista, e del Rassemblement national, la formazione sovranista di Marine Le Pen, ha aperto una crisi che rischia di provocare grandi stravolgimenti nel panorama politico francese.

 

 

Le prime conseguenze si sono già concretizzate. Il ministro della Salute, Aurélien Rousseau, esponente dell’area socialista, ha rassegnato le sue dimissioni nella giornata di ieri in protesta contro un testo legislativo che considera di estrema destra. Già martedì pomeriggio, altri ministri dell’ala sinistra della macronia avevano minacciato di dimettersi. Tra questi anche un fedelissimo di Macron come Clément Beaune, titolare del ministero dei Trasporti. Il suo collega alle Politiche abitative, Patrice Vergriete, non si è presentato ieri a un appuntamento previsto nella sua agenda e tutto lascia immaginare che potrebbe seguire i passi di Rousseau. La fronda progressista contro il governo, ritenuto colpevole di aver accolto tutte le richieste dei gollisti, comprese misure giudicate “lepeniste”, per poter approvare il testo, si è espressa già al momento del voto.

Tra i 251 deputati della maggioranza, formata da Renaissance, MoDem e Horizons, 59 hanno votato contro o si sono astenuti. La rivolta della gauche contro il governo macronista che, votando il testo sull’immigrazione con i voti dei gollisti e dei sovranisti, ha fornito a Marine Le Pen l’assist per inneggiare a una «vittoria ideologica», si sta organizzando anche fuori dal Parlamento.

 

 

Il Comune di Parigi, guidato dalla socialista Anne Hidalgo, ha annunciato che non rispetterà la nuova legge. «Applicheremo i diritti e i princìpi costituzionali del nostro Paese. La città di Parigi non praticherà la preferenza nazionale», ha dichiarato Hidalgo. Accanto a lei, 32 dipartimenti di sinistra, capeggiati dal presidente socialista della Gironda, Jean-Luc Gleyze, hanno annunciato a loro volta «uno scudo repubblicano» contro la nuova legge sull’immigrazione, precisando che verrà creato un nuovo sussidio locale a beneficio dei sans-papiers per sopperire ai tagli e alle restrizioni imposte dall’esecutivo.

In serata Macron ha commentato così la legge: «Penso sia una legge utile per il paese, è uno scudo che ci mancava, frutto di un compromesso. Quando si governa si hanno grandi responsabilità, ora bisogna smentire le controverità e calmare gli animi. Avere responsabilità significa fare le scelte nei momenti in cui bisogna farle».

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