Gazprom, il tracollo travolge la Russia e Vladimir Putin
Dal Cremlino parlano di "fine dell'Occidente", Vladimir Putin in persona ha appena affermato di aver respinto, con una vittoria, "l'attacco delle sanzioni lanciato dall'Occidente" contro la Russia in seguito all'invasione dell'Ucraina. Già, anche lo zar ha una campagna elettorale davanti a sé: certo l'esito del voto nella Federazione russa è scontato, eppure non può esimersi dalla propaganda.
Già, perché per quel che riguarda le sanzioni, secondo un approfondimento de La Stampa, di propaganda si tratta. E la fonte è russa, insomma "insospettabile": si parla delle cifre rilanciate dal quotidiano Izvestia, un approfondimento basato sul rapporto dell'agenzia delle entrate di Mosca. Secondo il rapporto, come rilanciato anche dal quotidiano torinese, "i ricavi delle grandi società russe nei primi sei mesi del 2023 si sono ridotti quasi della metà, da 694 a 342 trilioni di rubli. La Banca centrale russa contestualmente nota la riduzione dei ricavi dei maggiori esportatori russi del 41 per cento".
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Ma non solo, perché Izvestia approfondisce la situazione con i dati relativi alle società per i primi nove mesi di questo 2023. E così ecco che si scopre che "il gigante del metano Gazprom è collassato del 36%, la major petrolifera statale Rosneft si è accontentata del meno 8%, Lukoil del 12%, la società elettrica Inter RAO del 43%, il gigante dei fertilizzanti Akron è a meno 34 per cento". Per inciso, Izvestia è un quotidiano allineato al Cremlino, fedele a Putin insomma, e infatti nel fornire le cifre parla di "congiuntura internazionale", "interruzione delle catene logistiche". Insomma non fa mai riferimento alle "sanzioni". Sanzioni che, in definitiva, sembrano aver sortito pesanti effetti sull'economia russa.
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