Cina attacca Filippine, cannonate ad acqua e speronamenti
Tensione alle stelle tra Cina e Filippine. Manila ha convocato l’ambasciatore cinese, Huang Xilian, e si è mossa con una protesta diplomatica dopo la escalation nel Mar cinese meridionale, con quelle che per le Filippine sono "azioni aggressive" di navi cinesi ai danni di imbarcazioni filippine. "Un ambasciatore dovrebbe migliorare i rapporti e non metterli a dura prova", ha sbottato la portavoce del ministero degli Esteri di Manila, Teresita Daza, "chiediamo si impegni a fare tutto il possibile per migliorare le relazioni tra i nostri due Paesi".
Poche ore prima il presidente delle Filippine, Ferdinand Marcos Jr, aveva denunciato l'aggressione di Pechino nel fine settimana, che - come riportato dal Manila Times - ha "solo rafforzato ancor più" la determinazione del Paese a "difendere e proteggere la sovranità, i diritti sovrani e la sua giurisdizione nel Mare delle Filippine occidentale". Per Marcos è "illegale" la presenza di navi cinesi nell’area e le loro "azioni pericolose" costituiscono una "violazione, palese, del diritto internazionale". Intanto la Task Force di Manila, creata per occuparsi del dossier, ha fatto sapere che presenterà una nuova strategia nazionale al presidente, che comprenderà strumenti militari e non.
Ieri le Filippine hanno denunciato l’uso di cannoni ad acqua da parte di unità della Guardia costiera cinese, accusate di aver speronato imbarcazioni
filippine impegnate nelle operazioni di rifornimento - anche regali di Natale - per i soldati dispiegati sul Second Thomas Shoal, all’interno della zona economica esclusiva delle Filippine.
China Coast Guard blasted water cannon toward a Bureau of Fisheries and Aquatic Resources vessels near Panatag (Scarborough) Shoal this morning (Dec. 9). The water cannons were used at least 8 times pic.twitter.com/IOmamQWgRa
— Frances Mangosing (@FMangosingINQ) December 9, 2023
Manila e Pechino si sono scambiate vicendevolmente accuse per l’incidente che è culminato nella collisione tra un pattugliatore della Guardia costiera cinese e l'imbarcazione che trasportava rifornimenti verso l’avamposto militare delle Filippine nella secca di Second Thomas.
Il giorno prima, un incidente simile si era verificato presso la secca di Scarborough, la cui sovranità è rivendicata anche da Taiwan. In un comunicato pubblicato ieri sul proprio profilo X (ex Twitter), il portavoce della Guardia costiera filippina, Jay Tarriela, ha detto che navi impegnate nel rifornimento della Brp Sierra Madre sono state attaccate ora con manovre di disturbo, ora con cannoni ad acqua.
Di più, denunciano le autorità filippine, la Unaizah Mae 1 è stata "speronata" dalla vedetta della Guardia costiera CCG 21556, riportando "gravi danni" al motore. Da parte loro le autorità cinesi, hanno accusato la Unaizah Mae di aver "virato pericolosamente" ed essere "entrata in collisione deliberatamente" con la Guardia costiera.
Sugli incidenti è intervenuto anche il portavoce del dipartimento di Stato Usa Matthew Miller, secondo cui le imbarcazioni cinesi hanno fatto ricorso a "manovre sconsiderate", causando danni alle imbarcazioni e all’equipaggio delle Filippine. "Queste azioni riflettono non solo uno sconsiderato disinteresse per la sicurezza e la vita dei filippini, ma anche nei confronti del diritto internazionale".