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Venezuela, Maduro vuole occupare la Guyana con l'aiuto di Putin

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Prima l'Ucraina, poi Gaza: gli Stati Uniti non possono permettersi di essere coinvolti da un nuovo conflitto. Eppure c'è un'altra guerra che sta per scoppiare da un momento all'altro. La miccia della polveriera sudamericana non tarderà a essere accesa stando alle notizie che riporta Paolo Mastrolilli su Repubblica. Il leader venezuelano Nicolás Maduro, infatti, entro la fine di dicembre andrà a Mosca per ottenere l’appoggio di Vladimir Putin per l'occupazione militare dell'Esequiba, la regione della Guyana ricca di petrolio, che il Cremlino favorirebbe perché spera così di aggiungere un altro fronte ai troppi problemi già aperti per gli Usa. Autorevoli fonti dell’opposizione a Maduro spiegano a Repubblica che il presidente non va a Mosca per ragioni economiche, perché alla Russia non serve il petrolio venezuelano o altro business locale.

 


Maduro quindi va per scopi geopolitici, in particolare vorrebbe ricevere la promessa di Putin che lo aiuterebbe anche militarmente, nel caso decidesse di lanciare le operazioni militare per strappare alla Guyana l'Esequiba dove secondo lo U.S. Geological Survey stima ci sono riserve per circa 13,6 miliardi di barili. Non è chiaro quanto il Cremlino possa davvero contribuire all'occupazione, considerando le difficoltà in Ucraina e la debolezza dell’esercito venezuelano, di certo fomentare il caos creerebbe un nuovo problema agli Usa, a cui Biden non può non rispondere. Il Pentagono giovedì, ricorda Repubblica, ha tenuto esercitazioni aeree con la Guyana Defence Force che si fondano "sull’impegno e le operazioni di routine per potenziare la partnership di sicurezza tra Usa e Guyana e rafforzare la cooperazione regionale". Dunque un chiaro segnale di avvertimento, visto che lo scopo era alzare il livello di collaborazione già esistente. Lo U.S. Southern Command ha ormai una presenza fissa a Georgetown, e infatti si è preoccupato di segnalare che continuerà a potenziare il rapporto.

 

 

A Caracas però non manca chi si augura che il successore di Chávez commetta l'errore di dichiare guerra alla Guyana, perché potrebbe accelerare la caduta del suo regime. Non a caso Maria Corina Machado, già scelta dai suoi avversari come candidata per le presidenziali che dovrebbero tenersi l’anno prossimo, si sta orientando a non presentare entro il 15 dicembre l’appello per cancellare il suo bando dalle elezioni, proprio per non legittimare gli imbrogli di un regime corrotto che rischia di essere sottoposto a pressioni internazionali molto pesanti nei prossimi mesi. Di sicuro Maduro vuole usare questa crisi creata a tavolino per sfruttare l’emergenza e condizionare o rimandare le presidenziali del 2024, concordate con gli Usa in cambio dell’alleggerimento delle sanzioni. 

 

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