Donald Trump, chi schiera in vista del voto: tre nomi per vincere ancora
Con un occhio a quello che sarà il probabile esito delle ormai imminenti primarie repubblicane e alle chances che i più recenti sondaggi attribuiscono a Donald Trump in una sfida contro Biden alle presidenziali, una parte del clan dell’ex presidente degli Stati Uniti è sceso in campo a metà della scorsa settimana per riallacciare le fila del dialogo tra Israele e il mondo islamico, interrotto con la ripesa delle ostilità con Hamas dopo quasi una settimana di tregua che aveva consentito il rilascio di un centinaio di ostaggi israeliani È palese che il tycoon, dovesse assumere nuovamente le redini alla Casa Bianca nel gennaio 2025, preferirebbe farlo con una situazione internazionale ben diversa da quella attuale, contraddistinta da ben due conflitti armati, che la presidenza Trump aveva evitato, quello tra Russia e Ucraina entrato ormai in una fase cronica, e quello tra Israele e Hamas.
Così, mercoledì scorso, la figlia dell'ex presidente Ivanka, il marito Jared Kushner (quest'ultimo consigliere di Trump alla Casa Bianca tra il 2017 e il 2021) e il fratello di questi, Joshua, hanno incontrato nel corso di un evento privato il premier del Qatar, Mohammed Bin Abdul Rahman al-Thani, membro della famiglia reale, nei giorni in cui quest’ultimo si trovava a New York per partecipare al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite convocato per affrontare la crisi in Medio Oriente.
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Al pranzo di lavoro, tenutosi al ristorante Cocòs all’interno del General Motors Building di Manhattan, hanno partecipato anche alcuni tra i più ricchi e influenti imprenditori ebrei americani.
Il Qatar è, dall'inizio della crisi lo scorso 7 ottobre, il mediatore principe tra i terroristi di Hamas che comandano nella striscia di Gaza da una parte e Israele e Stati Uniti dall’altra. Lo è in quanto da anni Doha fornisce ai palestinesi aiuti per miliardi di dollari l'anno con cui l'Autorità palestinese paga i servizi essenziali alla popolazione e aiuta le famiglie più indigenti. I contatti con l'amministrazione Usa erano stati avviati nel 2006, quando alla Casa Bianca c'era George W. Bush, erano proseguiti con Obama che aveva sollecitato il Qatar a tenere un canale aperto per il dialogo con il Gruppo e hanno toccato l'apice durante la presidenza Trump.
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Fu infatti grazie al suo intervento che alcuni Paesi arabi e del Golfo, tra i quali l'Arabia Saudita, all’inizio del 2021 misero fine al boicottaggio economico, logistico e finanziario del Qatar, accusato di fornire aiuti oltre che ai palestinesi anche ad Hamas e di intessere rapporti stretti con l'Iran. E fu in quel frangente che il genero di Trump e al-Thani ebbero modo di conoscersi. Lo sceicco al-Thani è stato un punto di riferimento anche per i rapporti con l’Afghanistan, dato che a Doha c’è a lungo stato un ufficio politico dei talebani (chiuso ormai da due anni). Nel corso dell'evento a New York si è parlato, ovviamente, dell'impegno del Qatar per il rilascio degli ostaggi ancora tenuti prigionieri da Hamas e, secondo fonti citate dal sito di news axios.com, lo sceicco Mohammed avrebbe anche risposto a domande sui rapporti tra il Qatar e Hamas. A detta degli analisti, il Qatar starebbe intensificando le sue attività di lobbying a Washington, nel timore che quell’attacco, lanciato da un gruppo armato che Doha ha contribuito a sostenere, possa danneggiarlo negli Stati Uniti e in particolare nei rapporti con il Congresso. Ma una cosa è certa: la diplomazia “in famiglia” dei Trump è di nuovo in pista.