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Libano, la minaccia al nord: perché la guerra può cambiare radicalmente

Mirko Molteni
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A Gaza la lotta era ancora furiosa ieri. Dopo un video palestinese che mostrava militanti di Hamas sparare da appostamenti fra le macerie, i soldati ebraici del reparto Egoz hanno filmato la loro azione per stanare terroristi dal campo di Al Shati. In 24 ore l'aviazione ha colpito 300 obbiettivi. La Brigata Golani, con carri armati e droni, ha distrutto una posizione di Hamas e la Brigata Bislamach ha trovato una galleria sotto una moschea.

Caldissimi i fronti del Libano e del Mar Rosso, dove Hezbollah e Huthi sono giostrati dall'Iran. Gli sciiti libanesi hanno effettuato 21 attacchi missilistici sul Nord d'Israele, il maggior numero dall'8 ottobre. La bordata più pesante era di 48 razzi Katjusha verso Safed, ma per Israele solo 35 razzi hanno passato il confine, venendo abbattuti. Hezbollah voleva vendicare l'uccisione, in un raid ebraico, del figlio di Mohammad Raad, capogruppo del partito sciita nel parlamento di Beirut.

Il movimento di Hassan Nasrallah, che ha incontrato il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amir-Abdollahian, è ieri arrivato a 85 caduti nelle sue file dall'inizio degli scontri. Armati anch'essi dall'Iran, gli sciiti yemeniti Huthi hanno lanciato droni kamikaze su una nave da guerra americana nel Mar Rosso, il cacciatorpediniere Hudner. La nave USA ha abbattuto gli ordigni con l'antiaerea di bordo, probabilmente usando il cannone Phalanx a canne rotanti, asservito al radar, capace di sparare 4.500 colpi al minuto. 

 

 

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