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Onu e Croce Rossa complici di Hamas: Gaza, la scoperta sugli ospedali

Mirko Molteni
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Dopo le critiche a Israele per le operazioni attorno all’ospedale di Al Shifa e altre strutture civili di Gaza, il governo ebraico ha risposto ieri con duri attacchi alle istituzioni internazionali, «che farebbero il gioco di Hamas». All’agenzia ADNKronos, il portavoce del governo israeliano Eylon Levy ha spiegato che «per anni l’Organizzazione Mondiale della Sanità, la Croce Rossa e tutte le altre agenzie delle Nazioni Unite hanno nascosto l’uso sistematico degli ospedali da parte di Hamas come scudi, mettendo a repentaglio il loro status protetto dal diritto internazionale. Questo era il più grande segreto di Pulcinella della Striscia di Gaza. Per anni non hanno detto nulla e ora chiediamo che ne rispondano a livello internazionale». Rammentando le «prove incontrovertibili» dell'uso ibrido dell’ospedale Al Shifa, con una parte dedicata a base del movimento palestinese, il funzionario ebraico ha proseguito: «Proprio ieri abbiamo scoperto un tunnel che si estende per 10 metri sottoterra ad Al Shifa. Il tunnel prosegue poi per 55 metri, conducendo ad una porta blindata con un foro per sparare. Il 7 ottobre Hamas ha introdotto di nascosto degli ostaggi nell’ospedale e sappiamo che uno è stato giustiziato lì. Questo è accaduto in pieno giorno, tutti i medici li hanno visti e non hanno detto niente».

 


Il riferimento è alla giovanissima soldatessa israeliana Noa Marciano. Sempre ieri, le istituzioni internazionali hanno criticato Israele per le sue operazioni militari, senza però accennare al fatto che è Hamas per prima a frammischiare suoi uomini e materiali a quelli civili. Se il direttore dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha dichiarato di essere «sconvolto», dai raid sull’ospedale indonesiano, il segretario generale dell'ONU Antonio Guterres ha sbottato che «stiamo assistendo a un’uccisione di civili che non ha eguali ed è senza precedenti in qualsiasi conflitto da quando sono Segretario Generale».
Scontata è la propaganda dell’Iran, il cui “leader supremo”, l’ayatollah Alì Khamenei, parlando di fronte ai Guardiani della Rivoluzione, i pretoriani di Teheran, ha detto: «Avanzare ed entrare negli ospedali o nelle case delle persone non è una vittoria, perché vincere significa sconfiggere l’altra parte, ma Israele finora ha fallito nel raggiungere l’obiettivo dichiarato di distruggere Hamas nonostante i massicci bombardamenti». E dalla Turchia si preannuncia una flotta di un migliaio di imbarcazioni civili disarmate che giovedì salperà «per sfidare il blocco navale di Gaza». Si tratterebbe di 4500 attivisti da 40 paesi.

 

 

Ma da France 24 è arrivata ieri una testimonianza che comproverebbe come i jihadisti palestinesi abbiano da tempo iniziato a sfruttare ospedali e strutture civili, con gli innocenti che vi sono stanziati, come scudi umani. Si tratta di un medico, che ha parlato sotto anonimato per il rischio di ritorsioni, il quale tre anni fa ha avuto occasione di lavorare all’ospedale di Al Shifa per almeno 3 mesi, riscontrando che già allora c’erano, nel plesso, aree «proibite» il cui accesso era scoraggiato a suon di fucilate. Ha narrato: «C’era una parte dell’ospedale Shifa nella quale non si poteva andare a meno di non essere colpiti da spari. Quando ho chiesto di lavorare nell’ospedale di Gaza City, sono stato messo in guardia sul fatto che c’era una parte alla quale non dovevo avvicinarmi. Se lo avessi fatto avrei corso il rischio di essere colpito da spari». Al dottore non sarebbe stata spiegata la ragione precisa di queste aree vietate, tuttavia sostiene di aver capito che «implicitamente quella era una parte usata per fini non medici». E inoltre: «Ho visto personaggi che non erano medici dall’aspetto losco entrare e uscire continuamente. Era una corsia che conduceva a un seminterrato. Come ho detto, non ci sono andato». L’anonimo medico parla di “seminterrato”, dunque potrebbe essere un possibile accesso al tunnel di Hamas.

 


Inoltre ha ricordato come lo staff dell’ospedale avesse più paura del movimento terrorista che di attacchi israeliani: «C’erano toni sommessi quando si discuteva di Hamas. Se il 10% dello staff era terrorizzato da possibili attacchi aerei israeliani, il 90% lo era di essere perseguitata da Hamas». L’esercito israeliano ha comunque comunicato di aver aiutato l’evacuazione da Al Shifa di numerosi neonati fatti arrivare in Egitto. Verranno curati all’ospedale Al Arish nel Sinai e al New Hospital del Cairo. I morti in tutta Gaza sarebbero arrivati, secondo Hamas, a 13.300, ma sempre senza distinguere i veri civili dai miliziani. Su Israele sono piovuti intanto nuovi razzi da Gaza e almeno 25 ordigni, fra razzi e missili Borkan, anche dal Libano, lanciati dagli Hezbollah filoiraniani. Israele ha risposto bombardando 15 obbiettivi Hezbollah oltre confine. Frattanto, a Pechino il ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha incontrato i ministri degli Esteri di ANP, Arabia Saudita, Egitto, Indonesia e Giordania, rimarcando la posizione della Cina a fianco dei palestinesi e per un cessate il fuoco immediato. Per Wang Yi, «la Cina sostiene la soluzione dei due Stati e la comunità internazionale deve agire e prendere misure per porre fine al disastro umanitario».

 

 

 

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