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Iraq, razzi sciiti contro basi Usa: il raid può costare carissimo

Mirko Molteni
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Il maggior sforzo bellico israeliano è contro Hamas a Gaza, ma si intensificano le operazioni su fronti ancora minori come la Cisgiordania e i confini con Siria e Libano, da dove sparano missili sulla Galilea gli sciiti Hezbollah supportati dagli iraniani. È da Teheran che giungono nuove minacce. Ieri il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amirabdollahian, in un'intervista al Financial Times ha affermato che «non vogliamo che la guerra s'allarghi, ma a causa dell'approccio di Stati Uniti e Israele, se i crimini contro Gaza e Cisgiordania non vengono fermati, un conflitto ampio sarà inevitabile». Il ministro degli ayatollah tenta di ribaltare la deterrenza delle forze americane in Medio Oriente: «I nostri generali pensano che il dispiegamento delle portaerei USA le renda vulnerabili».

 

Teheran pretende che Washington fermi l'offensiva di Israele, il che è escluso dal presidente Joe Biden. L'Iran ha ancora fatto attaccare “per procura” basi americane in Siria e Iraq da milizie sciite sue vassalle. Ieri il gruppo “Resistenza islamica in Iraq” ha sparato razzi sulla base americana di Tell Beydar, nel Nordest della confinante Siria. Altri ordigni nelle ore precedenti sarebbero stati ancora lanciati sulle basi di Harir e Ain Al Asad, in Iraq. Giovedì il Pentagono aveva reso noto che nell'ultimo mese sono stati 58 gli attacchi su basi USA fra Siria e Iraq, in media due al giorno, con ferimento di 59 militari americani. Ma Washington tiene d'occhio la “galassia” sciita con i droni-spia RQ-4D Global Hawk, che decollano da Sigonella, in Sicilia, e volano per ore davanti alle coste siro-libanesi captando ogni telecomunicazione.

 

 

 

Il ministro della Difesa ebraico Yoav Gallant ha definito il capo di Hamas Yahya Sinwar “il nuovo Bin Laden”, affermando che i soldati gli danno la caccia. Sotto l'ospedale di Al Shifa non sono stati trovati terroristi, fuggiti prima dell'ingresso dei militari, ma è stato mostrato l'accesso a uno dei tunnel della “Gaza Metro” terroristica e il comandante Yaron Finkelman ha commentato: «Hamas usa questi ospedali come si può vedere qui allo Shifa. Si nascondono con armi e centri di comando. E questo tunnel ne è la prova». Purtroppo le vittime civili paiono inevitabili, come ammesso dal premier israeliano Benjamin Netanyahu: «Cerchiamo di avvisare i civili dei nostri attacchi, ma Hamas li tiene nel pericolo». Bombe sul campo di Nuseirat hanno causato 80 morti, mentre si estendono raid alla parte Sud della Striscia, come ad Al Qarara, dove sono morti 10 civili. Decine di mortai sono stati trovati dalle truppe in un asilo e altre armi in una scuola elementare. In un attacco aereo su Sheikh Radwan è stato ucciso Khaled Abu Halal, ex membro dell’ala militare di Fatah (il partito di Abu Mazen), passato poi ad Hamas. Si combatte anche in Cisgiordania, a Jenin, dove le forze israeliane hanno attaccato un campo in cui erano presenti agenti di Hamas, almeno 3 dei quali uccisi, mentre a Hebron «è stato ucciso un terrorista». Nel Nord, ai lanci di missili di Hezbollah, Israele ha risposto con nuovi attacchi su alcune basi del movimento filoiraniano in Siria, sulle alture del Golan e vicino a Damasco. 

 

 

 

 

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