Zelensky, Maidan 3: il piano per destituirlo, che testa salta
I nemici Volodymyr Zelensky li ha anche in casa, in Ucraina. Convocati i giornalisti, il presidente ucraino ha ammesso di essere a conoscenza di un piano di disinformazione russo per destituirlo. Un progetto dal nome "Maidan 3", una rievocazione delle rivoluzioni con cui gli ucraini cacciarono l'ex presidente naturalizzato russo, Viktor Yanukovich. "La nostra intelligence - ha fatto sapere Zelensky - ha raccolto informazioni su questo piano e ne arrivano anche dai partner. È un’operazione comprensibile, per loro Maidan fu un colpo di Stato". Ecco allora che il presidente ucraino prende provvedimenti. E in men che non si dica licenzia senza motivazioni ufficiali il vicepresidente dei Servizi esteri, Alexander Tarasovsky.
I sospetti, scrive Igor Moseichuk, giornalista anti corruzione tra i fondatori di Azov, è che Zelensky "inizia a prepararsi per un colpo di Stato militare". Il motivo è chiaro: "Tra corruzione, calo di fiducia e conflitti con militari e politici, Zelensky comincia a capire che i suoi giorni al potere sono praticamente finiti. Ma lo presenta sotto le spoglie di un’operazione speciale russa". Per il portavoce dei Servizi, Andriy Yusov, "Maidan 3" è "in parallelo all’intensificarsi di conflitti interni con le consuete narrazioni russe e propagandistiche. La propaganda russa presta nuovamente molta attenzione agli eventi politici interni ucraini".
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Il dissenso in Ucraina è infatti vietato. Qui - spiega La Repubblica - c’è la legge marziale e l’accusa di essere "filorusso" equivale a un arresto garantito. I servizi ucraini tengono anche corsi per "insegnare" ai giornalisti stranieri a riconoscere la "propaganda russa". E nel frattempo la guerra non accenna a terminare. Anzi, proprio Zelensky ha convocato una riunione dello Stato maggiore dedicata alla produzione nazionale di armi.
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