Israele e Hamas, la diretta: dove hanno ritrovato il corpo di Noa Marciano
Proseguono le operazioni di Israele a Gaza City. Nelle ultime ore è stata distrutta la casa del leader di Hamas Haniyeh (rifugiato in Libano) ed è stato trovato il cadavere di una donna presa in ostaggio il 7 ottobre. Nel mirino ancora i tunnel sotto gli ospedali della capitale della Striscia. Di seguito gli aggiornamenti in diretta.
Ore 15.18 - Israele, i ministri della Sicurezza e Finanze: "Grave errore" l'ingresso di carburante a Gaza
I ministri della Sicurezza nazionale e delle Finanze di Israele, rispettivamente Itamar Ben Gvir e Bezalel Smotrich, hanno contestato la decisione del gabinetto di guerra di autorizzare l'invio di carburante a Gaza.
Ore 14.43 - Iran a Usa: non vogliamo un allargamento del conflitto
L'Iran ha detto agli Stati Uniti di non volere un ampliamento della guerra fra Israele e Hamas, mettendo però in guardia che un conflitto regionale potrebbe essere inevitabile se gli attacchi di Israele a Gaza continuano. "In risposta agli Stati Uniti abbiamo detto che l'Iran non vuole che la guerra si allarghi ma, visto l'approccio adottato dagli Usa e da Israele nell'area, se i crimini contro la popolazione di Gaza e della Cisgiordania non si fermano, allora ogni possibilità potrebbe essere considerata, e un conflitto più ampio potrebbe rivelarsi inevitabile", ha detto il ministro degli Esteri iraniano al Financial Times.
Ore 14.00 - Polizia israeliana attacca troupe della tv di Stato turca Trt
Alcuni agenti della polizia israeliana hanno attaccato un cameraman della tv di Stato turca Trt a Gerusalemme, colpendo e rompendo la telecamera del reporter. Il giornalista stava filmando in lontananza gli scontri tra forze di sicurezza e i palestinesi che stavano tentando di recarsi nella Spianata delle moschee di Gerusalemme per la preghiera del venerdì.
Ore 13.30 - Ucciso da un raid di Idf l'ex vice presidente del parlamento di Hamas a Gaza
I media palestinesi riferiscono che il leader di Hamas Ahmad Bahar è stato ucciso in un attacco israeliano a Gaza. Bahar, 76 anni, in precedenza è stato vicepresidente del Consiglio legislativo palestinese. Israele non ha confermato che sia stato preso di mira o ucciso.
Ore 13.04 - Missili Israele su obiettivi Hezbollah vicino a Damasco
Almeno due miliziani filo iraniani sono stati uccisi a seguito dall’attacco delle forze israeliane su obiettivi degli Hezbollah libanesi nei pressi dell’aeroporto della capitale siriana Damasco. Lo riferisce l’Osservatorio siriano per i diritti umani, sottolineando che nella zona si trovavano appunto siti della milizia sciita libanese Hezbollah. L’organizzazione con sede a Londra ha indicato che l’attacco ha colpito una struttura nella zona di Al Bahdalia, sulla strada che porta all’aeroporto e un quartier generale di Hezbollah. In precedenza, il Ministero della Difesa siriano aveva denunciato l’attacco e aveva precisato che era stato effettuato intorno alle 2:25 (ora locale) dalle alture di Golan, occupate da Israele. «I nostri mezzi di difesa aerea hanno risposto ai missili e ne hanno abbattuto la maggior parte, anche se si sono registrati alcuni dati materiali», ha detto. Nelle ultime settimane Israele ha intensificato gli attacchi contro gli aeroporti di Damasco e Aleppo, nel quadro delle ostilità scatenate dopo gli attentati del 7 ottobre da parte di Hamas e gli scontri con Hezbollah al confine con il Libano.
Ore 12,45 - Ok Israele a due camion di carburante al giorno a Gaza
Una fonte politica ha detto ad Haaretz che il gabinetto di guerra israeliano ha approvato all’unanimità la raccomandazione congiunta dell’esercito e del servizio di sicurezza Shin Bet di conformarsi alla richiesta degli Stati Uniti di consentire l’ingresso quotidiano di due camion con carburante nella Striscia di Gaza. Il carburante è necessario per gli sforzi delle Nazioni Unite volti a sostenere le infrastrutture idriche e fognarie nella Striscia. La decisione del governo garantisce a Israele lo spazio di manovra diplomatica necessario per il suo obiettivo di eliminare Hamas, ha detto la fonte.
Ore 12,11 - Troupe tv turca attaccata da forze di Israele a Gerusalemme
Una troupe della televisione di Stato turca Trt è stata vittima di un attacco da parte delle forze di sicurezza israeliane questa mattina a Gerusalemme. Cameraman e giornalisti si erano recati nella città Santa per documentare la tensione che regolarmente sale il venerdi, giorno della più importante preghiera della settimana per i musulmani. Nelle ultime settimane le crescenti misure di sicurezza da parte dello Stato ebraico hanno reso sempre piùcomplicato l’accesso alle aree di preghiera per i musulmani, dando vita a scontri e tensioni. Oggi gli uomini delle forze israeliane hanno colpito con spintoni, calci e pugni la troupe e rotto la telecamera con il calcio di un fucile. Nelle immagini si vede che il cameraman continua a riprendere nonostante le numerose crepe causate dal colpo dell’arma sulla lente della telecamera; riprese che vanno avanti fino a quando la telecamera va fuori uso. Il giornalista di Trt ha denunciato l’aggressione e dichiarato che la rottura della telecamera ha impedito di filmare il duro intervento delle forze israeliane nei confronti dei fedeli musulmani, cui è stato impedito l’accesso alla moschea di Al Aqsa anche attraverso il lancio di gas lacrimogeni.
Ore 11,50 - Israele: recuperato il corpo della soldatessa Noa Marciano vicino ospedale Al-Shifa
I militari israeliani ha confermato che le forze impegnate nella Striscia di Gaza, sulla base di informazioni dello Shin Bet, hanno recuperato il corpo della giovane donna soldato, la 19enne Noa Marciano, rapita durante il terribile attacco di Hamas in Israele del 7 ottobre. Lo riferisce Haaretz. Il corpo, secondo le Idf, è stato individuato in un edificio nei pressi dell’ospedale al-Shifa. Lunedì Hamas aveva diffuso un video della donna soldato tenuta in ostaggio. Secondo l’esercito israeliano, l’annuncio successivo della morte di Marciano è stato fatto sulla base di notizie di intelligence e non dei contenuti del video
Ore 11,45 - Nonni di ostaggi al confine con Gaza: "Prendete noi e liberate i nostri nipoti
Nove nonni di ostaggi tenuti da Hamas si sono diretti in moto verso il confine di Israele con Gaza, chiedendo di essere scambiati con i loro nipoti. "Prendete noi al loro posto", hanno gridato verso la Striscia, secondo quanto riporta il sito di Haaretz. I nonni, arrivati con un corteo di 45 moto dalle quali sono state sventolate bandiere israeliane, hanno spiegato di aver voluto compiere il viaggio in moto perché è stato così che Hamas ha preso in ostaggio i loro cari. Di ritorno dal confine con Gaza, si sono fermati all’incrocio di Tekuma, vicino alla città meridionale di Netivot, dove hanno tenuto una cerimonia. Shaul Levy, nonno di Naama Levy, una soldatessa delle Idf presa in ostaggio dalla base militare di Nahal Oz, ha affermato che "il messaggio che vogliamo trasmettere alla nostra leadership è che dobbiamo fare di tutto per riportarli a casa adesso. Da anziani, noi siamo pronti a pagare un prezzo per riaverli indietro". Deborah Leshem, 87enne di Tel Aviv, ha spiegato di aver portato con sé una borsa piena di medicine e abiti e di essere pronta per essere scambiata con la nipote di 23 anni Roni Leshem Gonen.
Ore 11.16 - Oms: preoccupati per diffusione malattie Gaza
L'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha espresso preoccupazione per la diffusione di malattie a Gaza a causa delle difficilissime condizioni di vita in cui è costretta la popolazione per i bombardamenti israeliani. "Siamo estremamente preoccupati per la diffusione di malattie con l'arrivo della stagione invernale", ha dichiarato Richard Peeperkorn, rappresentante Oms nei Territori palestinesi, aggiungendo che sono state registrate più di 70.000 infezioni respiratorie acute e oltre 44.000 casi di diarrea.
Ore 11.09 - Tentato attacco a soldati presso Hebron
Idf ha ucciso due palestinesi che hanno aperto il fuoco da un veicolo nei pressi della città di Hebron in Cisgiordania. Un uomo ha sparato con un fucile automatico e i soldati di pattuglia a un incrocio hanno risposto, colpendo l'uomo armato e l'autista. Lo conferma Haaretz.
Ore 10.51 - Hezbollah, missile anticarro: Israele risponde
Hezbollah ha annunciato di aver lanciato un missile anticarro contro un avamposto delle forze armate israeliane a Malkiya, nel nord di Israele. I militari hanno risposto bombardando postazioni del gruppo nel sud del Libano, riferiscono media locali.
Ore 10.44 - Idf: espansione operazioni a Gaza
Il capo di Stato maggiore israeliano, Herzi Halevi, ha annunciato che le operazioni militari nella Striscia di Gaza saranno allargate ad "altre aree". "Siamo vicini allo smantellamento del sistema militare nel nord della Striscia di Gaza. Per quanto ci riguarda, continueremo in altre aree", ha affermato Halevi durante una visita alle truppe a Gaza. "Anche se resta del lavoro da completare, ci siamo approcciando ad esso con successo", ha aggiunto, sottolineando che i comandanti di Hamas devono essere eliminati "sistematicamente" e le infrastrutture del gruppo distrutte. Finora le truppe di terra israeliane si sono concentrate sulla parte settentrionale della Striscia. Gli esperti prevedono però un possibile ampliamento delle operazioni anche nel sud, dove si sono già verificati ripetuti attacchi aerei. Una possibile offensiva di terra, tuttavia, aggraverebbe ulteriormente la già devastante situazione umanitaria. Secondo le Nazioni Unite, quasi 1,6 milioni dei 2,2 milioni di abitanti della Striscia sono stati sfollati a causa dei combattimenti e la maggior parte si trova proprio nel sud dell'enclave.
Ore 10.36 - Bombardamenti Israeliani nel sud Libano
Nuovi bombardamenti israeliani vengono segnalati contro il sud del Libano, al confine nord di Israele. Secondo il sito libanese di notizie Naharnet, nelle ultime ore sarebbero state colpite le aree di al-Jebbayn, al-Labbuneh, Aytarun, Yarine, Dhaira, Wadi Mozlem, Naqura, Blida, al-Khiam, Borj al-Muluk, Kfar Shuba e Kfar Hamam.
Ore 10,28 - Funzionario Israele: Anp potrebbe governare Gaza se opera "riforme significative"
Un funzionario israeliano intervistato dal quotidiano Times of Israel ha affermato che Tel Aviv non ha escluso l’idea che l’Autorità nazionale palestinese (Anp) possa tornare a governare la Striscia di Gaza, come auspicato dagli Stati Uniti. In tal caso "dovrà sottoporsi a riforme significative". Sempre secondo Times of Israel, gli Usa stanno facendo pressione su Israele perché pianifichi già ora una soluzione per la Striscia di Gaza, altrimenti il rischio è di rimanere "impantanato nell’enclave a tempo indeterminato". In precedenza il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, aveva rilasciato diverse dichiarazioni sul futuro della Striscia di Gaza, avanzando la possibilità che le Forze di difesa (Idf) potrebbero mantenerne il controllo a tempo indeterminato. Un’ipotesi che ieri il segretario di Stato americano, Antony Blinken, ha criticato.
Ore 10,03 - Netanyahu: vogliamo ridurre vittime civili ma non riusciamo
Israele sta cercando di ridurre al minimo le vittime civili a Gaza, ma «sfortunatamente non ci stiamo riuscendo». Lo ha affermato il premier israeliano Benjamin Netanyahu in un’intervista alla Cbs in cui ha sottolineato come ad Hamas «non interessi nulla» dei palestinesi
Ore 9,43 - Palestinesi: 50 morti in raid israeliani nella Striscia
Sono circa 50 i palestinesi rimasti uccisi in bombardamenti delle forze israeliane che nelle ultime ore hanno colpito diverse aree della Striscia di Gaza nel quadro delle operazioni scattate dopo il terribile attacco del 7 ottobre di Hamas in Israele. Secondo le informazioni dell’agenzia palestinese Maan, almeno 18 persone, compresi diversi bambini, sono morte in un attacco aereo contro un’abitazione nel campo profughi di Nuseirat. Altre 11 persone, stando alla stessa agenzia, sono morte in un nuovo bombardamento contro il campo profughi di Jabalya, nel nord della Striscia. Sarebbe stata anche distrutta la sede dell’emittente Namaa a Jabalya, mentre nove palestinesi sono morti in un attacco contro un’area est della città di Rafah, nel sud dell’enclave palestinese. Secondo la Maan, altre dieci persone sono morte in un bombardamento ad Al Qarara, nel sud della Striscia, tre a Bani Suheila, sempre nel sud, e altrettanti nella zona di Sheikh Radwan, a Gaza City.
Ore 9,27 - Ucciso esponente di Hamas Khaled Abu Halal
Il segretario generale del movimento ’al-Akhrar’ ed esponente di Hamas, Khaled Abu Halal, è stato ucciso in un raid israeliano condotto nella notte sul sobborgo di Sheikh Radwan, nel nord di Gaza City. Lo confermano media palestinesi, precisando che Abu Halal è stato ucciso insieme al figlio e ad altre sei persone. Abu Halal, ricordano, iniziò la sua carriera politica con Fatah per poi traslocare tra le file di Hamas dopo che il movimento islamista prese il controllo della Striscia di Gaza. Diversi media palestinesi, anche legati a Hamas, hanno pubblicato filmati che mostrano la distruzione dell’abitazione di Abu Halal a Gaza City.
Ore 08.40 - Iran agli Usa: no all'allargamento del conflitto
L'Iran ha comunicato agli Stati Uniti, attraverso l'ambasciata svizzera a Teheran (che cura gli interessi degli Usa nella Repubblica islamica), che non vuole un allargamento della guerra tra Israele e Hamas, ma ha anche ammonito che un conflitto regionale sarà inevitabile se dovessero continuare gli attacchi su Gaza. Lo ha sottolineato il ministro degli Esteri iraniano, Hossein Amir-Abdollahian, in un'intervista al Financial Times. "Negli ultimi 40 giorni ci sono stati scambi di messaggi tra l'Iran e gli Stati Uniti, attraverso la sezione interessi americani dell'ambasciata svizzera a Teheran", ha dichiarato Hossein Amirabdollahian, escludendo la possibilità di colloqui diretti tra i due Paesi rivali. "In risposta agli Stati Uniti - ha proseguito - abbiamo detto che l'Iran non vuole che la guerra si allarghi, ma che, a causa dell'approccio adottato dagli Stati Uniti e da Israele nella regione, se i crimini contro il popolo di Gaza e della Cisgiordania non si fermano, ogni possibilità può essere presa in considerazione e un conflitto più ampio potrebbe rivelarsi inevitabile".
Ore 08.12 - "Circondato l'ospedale Ibn Sina a Jenin"
Idf avrebbe chiesto "lo sgombero" dell'ospedale Ibn Sina, a Jenin, in Cisgiordania. Lo affermano fonti locali citate dall'agenzia palestinese Wafa secondo cui i militari israeliani avrebbero circondato all'alba di oggi l'ospedale, perquisito le ambulanze e chiesto lo sgombero della struttura tramite annunci con gli altoparlanti. Secondo le fonti, paramedici sarebbero stati costretti a uscire dall'ospedale con le mani in alto, per poi essere perquisiti nel cortile e alcuni sarebbero stati interrogati.
Ore 07.33 - Recuperato corpo soldatessa rapita da Hamas
Idf ha annunciato stamattina di aver recuperato il corpo di Noa Marciano, la soldatessa di 19 anni presa in ostaggio da Hamas.
Ore 6.17 - "Non riusciamo a ridurre le vittime civili"
Israele sta facendo tutto il possibile per tenere i civili lontani dal pericolo mentre combatte Hamas a Gaza, anche lanciando volantini che li avvertono di fuggire, ma i suoi tentativi di ridurre al minimo le vittime "non hanno avuto successo". E' quanto detto dal primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu in un'intervista all'emittente statunitense Cbs News."Ogni morte di civile è una tragedia - ha aggiunto Netanyahu, come riporta Haaretz -. E non dovremmo averne, perché stiamo facendo tutto il possibile per togliere i civili dal pericolo, mentre Hamas sta facendo di tutto per mantenerli in pericolo".
Ore 6.15 - Blitz in Cisgiordania, 3 morti a Jenin
Secondo fonti palestinesi nella città di Jenin, in Cisgiordania, tre persone sono state uccise e sette ferite durante un'operazione militare israeliana all'alba di oggi. Due delle persone uccise appartenevano a una milizia locale. Lo riferisce il quotidiano israeliano Haaretz. Secondo le fonti alcune persone sono rimaste ferite in un attacco aereo e altre da colpi di arma da fuoco. Due dei feriti sarebbero in gravi condizioni. L'esercito di Israele avrebbe inoltre circondato l'ospedale Ibn Sina della città.
Ore 5.52 - Ispezioni senza preavviso all'ospedale al Shifa
L'esercito israeliano ha continuato a perquisire l'ospedale principale di Gaza alla ricerca di nascondigli di Hamas, mentre il territorio palestinese è stato tagliato fuori dalle telecomunicazioni a causa della "mancanza di carburante", ha dichiarato l'Onu. Il governo di Hamas nel territorio ha dichiarato che i soldati israeliani hanno "distrutto" diverse strutture dell'ospedale al-Shifa, un enorme complesso a Gaza City al centro della guerra. L'operazione lanciata mercoledì contro l'ospedale Al Shifa, privo di acqua ed elettricità, ha scatenato le proteste della comunità internazionale, preoccupata per i circa 2.300 civili presenti al suo interno, secondo le Nazioni Unite.