Israele, sorpresa per l'Idf: sotto le moschee ci sono missili
A riprova dei successi israeliani nella Striscia di Gaza, dopo l'irruzione nella vuota aula del Parlamento locale, ulteriori edifici istituzionali sono stati occupati nei quartieri di Sheikh Ijlin e Rimal. I fanti della 1° Brigata Golani e i carristi della 7° Brigata corazzata sono entrati nel quartier generale della polizia e nella casa del governatore che comprende uffici delle brigate Ezzedine al Qassam, l'ala militare di Hamas, oltre alla sede dell'intelligence del movimento palestinese. La 162° Divisione, che avanza da Nord, ha preso il controllo del campo di Al Shati, realizzando un collegamento con la 36° Divisione, che invece proviene da Est. Per l'esercito: “All'interno del campo c'erano forze di Hamas, incluso il battaglione Al Shati, centrale negli attacchi del 7 ottobre”.
Finora le forze israeliane hanno trovato 160 pozzi, accessi alla rete di tunnel, e centrato 2.800 infrastrutture terroristiche, eliminando 1000 membri di Hamas. È stata conquistata la facoltà di ingegneria dell'università di Gaza, dove si sviluppavano armi e un'altra sede di Hamas con centri di comando e celle di detenzione. In gallerie scavate sotto un'ennesima moschea e sotto l'ospedale pediatrico Al Rantisi sono stati trovati depositi di armi, filmati dalle truppe israeliane e dalla Cnn. Ha ribattuto il responsabile degli ospedali di Gaza, Mohammed Zarqout, secondo cui “il seminterrato dell'ospedale Al Rantisi è solo un punto di raccolta di cavi elettrici utilizzato come rifugio per donne e bambini». Per un portavoce di Hamas dislocato in Libano, Osama Hamdan, «i tunnel non hanno nulla a che fare con l'ospedale perché sono lontani un chilometro». Hamdan, per tener testa a Israele con la propaganda, ha reagito alle nuove conquiste ebraiche sul campo sostenendo che «abbiamo il controllo della situazione e rispondiamo al nemico 24 ore su 24». Ha aggiunto: «Siamo ancora all'inizio della battaglia e il meglio deve ancora venire. Le perdite degli occupanti terroristi sionisti sono centinaia tra soldati morti e feriti, ufficiali e sottufficiali, e 180 tra carri armati e veicoli militari distrutti in sole due settimane». Hamdan conta insieme «morti e feriti» avversari, mentre Israele, come soli morti, ha contato finora 44 caduti dall'inizio della campagna di terra. In guerra il numero di feriti può, in media, aggirarsi fra 3 e 5 volte quello dei morti. Fra i caduti, Israele ha annoverato la giovanissima soldatessa Noa Marciano, di 19 anni, che era stata rapita da Hamas il 7 ottobre e filmata mentre veniva interrogata. Secondo i palestinesi è morta durante un bombardamento aereo israeliano. Ieri le truppe ebraiche hanno confermato l'identità della salma di Noa, e l'hanno classificata «soldato caduto tenuto prigioniero da un gruppo terroristico».
Da fonti ONU dell'United Nations Office for the Coordination of Humanitarian Affairs, si è appreso che dal 5 novembre sono 200.000 i civili sfollati nel Sud di Gaza grazie ai corridoi concessi da Israele, mentre l'esercito ha fatto sapere di aver contattato il direttore dell'ospedale Al Shifa per coordinare la consegna di 37 incubatrici per i neonati della struttura. Anche ieri Hamas ha lanciato da Gaza razzi fino a Tel Aviv, dove è stata attivata la difesa antimissile Iron Dome, ma anche dal Libano Hezbollh ha attaccato con missili vari avamposti dell'esercito ebraico a Birket Risha, Marj e a Ruwaysat al Alam presso le Fattorie di Shebaa. E il numero due di Hezbollah, lo sceicco Naim Qassem, ha affermato che «esiste il rischio di un ampliamento della guerra al Libano».