Hamas, comando militare sotto l'ospedale e civili come scudi umani
I combattimenti nella Striscia di Gaza fra truppe israeliane e miliziani di Hamas proseguono e il numero di obbiettivi terroristici distrutti dall’inizio del conflitto è salito a 2.500, stando a un comunicato dell’esercito israeliano. In serata è stato reso noto che la 36° Divisione, con carri armati e bulldozer, è arrivata sulla costa, per completare l’accerchiamento di Hamas. Una costante dell’offensiva è costituita da attacchi che, in una zona così affollata in cui milizie e civili si frammischiano, causano anche vittime collaterali. Hamas ha parlato ieri di «9.770 morti dall’inizio del conflitto, di cui 4.800 minorenni», cifre senza verifiche indipendenti. Bombe sul campo profughi di Al Maghazi hanno causato, secondo i palestinesi, 52 morti, mentre altre esplosioni hanno squassato le vicinanze dell’ospedale Al Quds dove sarebbero morti altri civili.
SCUDO COI CIVILI - In questo contesto, s’è svolto «in un clima teso» l’incontro fra il presidente dell’Autorità Palestinese Abu Mazen e il segretario di Stato Usa Antony Blinken, a cui è stato rinfacciato che «a Gaza è in corso un genocidio». Ma Israele cerca di preavvisare dei bombardamenti, senza contare che da settimane ha invitato i civili a evacuare il Nord della Striscia per spostarsi nel Sud. Inoltre, ieri l’esercito israeliano ha osservato una finestra di tutela per i civili palestinesi per quattro ore, dalle 10 alle 14 locali, lungo le strade che portano nel Sud della Striscia, soprattutto la via Salah Al-Deen.
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Ma Hamas continua a intimidire i civili impedendo loro di spostarsi dall’area degli scontri e ha chiuso il valico di Rafah all’evacuazione degli stranieri verso l’Egitto. Il Ministero degli Esteri del Qatar, vicino ad Hamas, si dice però «fiducioso» di poter convincere il movimento palestinese a riaprire il valico. Il portavoce delle forze armate di Israele, contrammiraglio Daniel Hagari, ha rammentato che Hamas pone di proposito comandi militari sotto ospedali come quello di Al Shifa. E come mostrano foto della ricognizione aerea, a soli 75 metri dall’ospedale Sheikh Hamed (finanziato dal Qatar) ci sono lanciarazzi, mentre presso l’ospedale “indonesiano” c’è l’accesso di una galleria da cui si spara contro l’esercito. Inoltre: «È stata scoperta una postazione di lancio di razzi di Hamas vicino ad una piscina per bambini e postazioni di tiro in un vecchio parco giochi. Ulteriore prova del deliberato uso di Hamas delle strutture civili e dei civili stessi, inclusi i bambini, come scudi umani».
L’account ufficiale X dell’esercito scrive: «Mentre impedisce ai civili di mettersi in salvo nel Sud di Gaza, Hamas si nasconde nella sua intricata rete di tunnel del terrore. Abbiamo scoperto molteplici punti di accesso ai tunnel durante l’attività operativa nel nord di Gaza». Per Hamas utilizzare i civili come parte della propria “protezione” è una tragica prassi.
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Lo sforzo di Israele per avvisare i civili palestinesi è stato quantificato ieri da Hagari in «1,5 milioni di volantini sganciati dall’aviazione sulla Striscia e 19.734 telefonate, perché noi siamo in guerra con Hamas, non con i civili». Peccato però che nella stessa Israele ci sia qualche irresponsabile che vanifichi questi sforzi in difesa dell’immagine del paese. Ieri il ministro israeliano per gli Affari e il Patrimonio, Amichai Eliyahu, del partito Otzma Yehudit, ha dichiarato in un’intervista: «Sganciare una bomba atomica sulla Striscia di Gaza è un’opzione». Il premier Benjamin Netanyahu ha subito sospeso il ministro e se ne è dissociato. Già l’11 ottobre una deputata del Likud, Revital “Tally” Gotliv, aveva per prima evocato l’uso dell’atomica.
LA BOMBA IMPOSSIBILE - Israele ufficialmente non ha mai ammesso di avere ordigni nucleari, ma è risaputo da tutti che ne disponga e le stime variano fra 80 e 400 testate. Teoricamente un’atomica tattica, di piccola potenza, potrebbe distruggere una frazione di Gaza, in un raggio di, poniamo, 2 km, a patto di calcolare la direzione dei venti in quel giorno per evitare che il fallout radioattivo ricada su Israele. Ma è ovviamente un’opzione improponibile, sotto l’aspetto politico e umanitario, pertanto provocazioni come quelle del ministro Eliyahu sono assurde e danneggiano Israele. Intanto anche su altri fronti si lotta. Le forze israeliane hanno bombardato postazioni degli sciiti Hezbollah sul confine libanese che avevano sparato nuovi missili anticarro sui veicoli militari ebraici alla frontiera. Gli Hezbollah hanno anche lanciato un drone che è stato però abbattuto dal sistema ebraico Iron Dome. In Cisgiordania, presso Abu Dis, almeno 2 palestinesi sono stati uccisi dall’esercito israeliano in scontri fra estremisti e truppe.