Lione, prima la svastica sulla porta e poi l'accoltella perché è ebrea
Ieri, attorno alle 13, nel quartiere di Montluc a Lione, una giovane donna di 30 anni di confessione ebraica è stata accoltellata mentre si trovava nella sua abitazione. Secondo quanto riportato dal quotidiano lionese Le Progrès, informazione confermata in seguito anche dalla procura, l’aggressore ha inciso una svastica sulla porta della trentenne subito dopo l’aggressione. La rete all -news BfmTv ha fornito ulteriori dettagli sulla dinamica dei fatti.
L’accoltellatore, vestito di nero e con il volto coperto, ha suonato alla porta, e quando la donna ha aperto l’ha colpita due volte con il coltello. La trentenne ha riportato due ferite all’addome ed è ora ricoverata all’ospedale, ma non in pericolo di vita. “La vittima, la sua famiglia e la comunità ebraica sono scioccate”, ha dichiarato a BfmTv l’avvocato della trentenne, Stéphane Drai, annunciando che verrà presentata una denuncia per tentato omicidio. L’aggressore è ancora in fuga. «Una donna di confessione ebraica è stata accoltellata questo sabato. Un’incisione antisemita è stata ritrovata sulla porta del suo domicilio. Una tale scarica di violenza è inqualificabile. Tutto il mio sostegno alla vittima e alla sua famiglia», ha reagito su X il sindaco in quota ecologista di Lione, Grégory Doucet. Secondo quanto riportato dalla stampa francese, la polizia, ieri sera, si è recata nella stanza di ospedale dove è ricoverata la vittima, per provare a raccogliere il maggior numero di informazioni possibile al fine di facilitare la ricerca dell’aggressore.
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IL CLIMA DI VIOLENZA
L’attacco di Lione si inserisce in un contesto inquietante di antisemitismo, che in Francia, più di ogni altro Paese europeo, ha raggiunto vette spaventose. Da quando Hamas ha lanciato il suo attacco terroristico contro Israele, in tutto il territorio francese sono stati registrati 857 atti antisemiti, secondo le cifre diramate dal ministero dell’Interno: il doppio degli episodi di antisemitismo recensiti nell’intero 2022.
Le minacce contro obiettivi israeliani ed ebraici in tutto il mondo sono in crescita e l'emittente pubblica israeliana Kan, citando una fonte nell'intelligence, riferisce che sono stati sventati nuemrosi attacchi contro gli israeliani in Paesi di tutto il mondo durante la guerra contro Hamas. Venerdì il Consiglio di Sicurezza e il ministero degli Esteri israeliani avevano sconsigliato ai propri cittadini i viaggi all'estero, e l'esibizione di simboli israeliani o ebraici, di fronte "al significativo" aumento di episodi di antisemitismo dopo gli attacchi del 7 ottobre e l'avvio del conflitto a Gaza.
Negli Stati Uniti, il clima di antisemitismo è altrettanto pesante. Nelle ultime tre settimane, nei campus di alcuni dei più prestigiosi campus americani, Yale, Princeton, Harvard, Stanford, e per le strade di diverse città, c’è stata una moltiplicazione di cortei e manifestazioni di sostegno ad Hamas e di odio anti ebraico.
Due studentesse universitarie ebree di New York, Bella Ingber e Yola Ashkenazie, hanno testimoniato a Fox News la loro paura dinanzi alla proliferazione di antisemitismo nei loro campus dall’attacco terroristico di Hamas contro Israele. Le studentesse hanno parlato nel quadro della trasmissione “America Reports” di giovedì. «Essere ebreo alla New York University, in questo momento, fa paura», ha dichiarato Ingber. «Stiamo assistendo a un aumento delle proteste anti Israele che stanno diventando antisemite. Ci sono scritte che recitano “globalizzare l’Intifada” che è un appello storico a sterminare degli ebrei e un appello alla violenza contro gli ebrei». Ingber ha sottolineato che gli ebrei stanno sentendo canti che recitano “gas the Jews” e “Hitler was right”.
«Come nipote di sopravvissuti all’Olocausto, queste frasi vengono messe in circolazione in modo sconsiderato e sono estremamente dannose», ha detto, prima di aggiungere: «Stiamo vedendo una costante giustificazione del brutale attacco terroristico di Hamas alla Nyu. Se si trattasse di un’altra minoranza in qualsiasi campus universitario o in qualsiasi altra parte del mondo, tutti sarebbero indignati. Ci sarebbero condanne ovunque, ma quando si tratta di ebrei il mondo tace». L’altra studentessa, Ashkenazie, che frequenta il Barnard College, ha dichiarato che un gruppo chiamato Students for Justice in Palestine ha accettato di ospitare un oratore che «ha lodato la seconda Intifada, dove c’erano attentatori suicidi all’interno di Israele. Stanno permettendo a quest’uomo di predicare ai nostri studenti nel nostro campus? È disgustoso».
UN PIANO PER UCCIDERE
Intanto, l’Fbi ha comunicato venerdì l’arresto a Houston, in Texas, di un cittadino giordano di 20 anni, Sohaib Abuayyash, per possesso illegale di un’arma di fuoco e soprattutto perché stava pianificando una strage di ebrei. Secondo la rete televisiva Khou 11 News Houston, Abuayyash è arrivato negli Stati Uniti con un visto turistico: scaduto il visto, è rimasto sul suolo americano illegalmente per diversi mesi prima di chiedere asilo. L’ufficio del procuratore degli Stati Uniti nel distretto meridionale del Texas ha diffuso un comunicato stampa specificando che il ventenne giordano comparirà davanti al giudice il prossimo 13 novembre. «Secondo la denuncia penale presentata al momento del suo arresto, Abuayyash è entrato negli Stati Uniti con un visto non-immigrante, scaduto nel 2019, ed è stato presumibilmente in contatto diretto con altri che condividono una visione radicale», si legge nel comunicato dell’ufficio del procuratore. E ancora: «Le accuse sostengono inoltre che si sia sottoposto a un addestramento fisico e si sia allenato con le armi nell’ipotesi di commettere un attacco».
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