India contro Hamas, sventolano bandiere palestinesi? Arrestati
Israele è circondato dall’odio di molti Paesi e dall’incomprensione dell’Occidente ma ha un grande simpatizzante, forse un alleato. È l’India che, dopo decenni di politica filo-araba dovuta alla necessità di non innervosire l’enorme minoranza musulmana che il Subcontinente ospita, ha svoltato a favore di Gerusalemme. Il primo ministro indiano Narendra Modi è stato uno dei primi leader mondiali a esprimere il 7 ottobre condanna «per l’attacco terroristico» di Hamas e «solidarietà con Israele in quest’ora difficile».
E l’India - insieme all’Ungheria di Orban- è stata uno dei pochi Paesi a votare contro la risoluzione dell’Assemblea generale Onu per una tregua umanitaria a Gaza. «Questa è la prima volta che abbiamo un’immediata reazione pro Israele, senza una dichiarazione successiva che la equilibri», nota Nicolas Barel, professore di relazioni internazionali a Leida. Storicamente l’India era partita da una posizione completamente opposta. I padri dell’India indipendente, Jawaharlal Nehru e il Mahatma Gandhi, erano contrari alla nascita d’Israele. E l’India è statoi il primo paese non arabo a riconoscere l’Olp come legittimo rappresentante del popolo palestinese negli anni settanta. Modi evidentemente si è stancato del ricatto musulmano.
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Ci sono anche rapporti economici: Delhi e Gerusalemme sono al centro del progetto - alternativo alla Nuova Via della seta cinese - detto della Via del cotone, il corridoio economico fra India, Medio Oriente ed Europa, a cui ha dato il via la firma a settembre del memorandum d'intesa, che si articola su due collegamenti, uno ferroviario fra l'Europa e il Golfo e uno portuale che colleghi India e Golfo. In questa atmosfera arriva la notizia che quattro persone sono state arrestate in India per aver sventolato la bandiera palestinese durante una partita della Coppa del mondo di cricket tra Pakistan e Bangladesh agli Eden Gardens di Calcutta. Gli imputati sono stati poi rilasciati, ma il segnale resta forte.
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