Shani Louk, "prima gli sputi in faccia e poi la decapitazione": l'orrore di Hamas
Shani Louk è diventata una dei simboli dell’indecente massacro compiuto da Hamas al rave party dello scorso 7 ottobre. Le ultime parole della ragazza tedesco-israeliana sono state per la madre, con la quale stava parlando a telefono durante quegli attimi drammatici in cui stava cercando un rifugio. Purtroppo Shani non ce l’ha fatta: si pensava che potesse essere ferita ma ancora viva, in mano ai terroristi in qualità di ostaggio. Dalla famiglia è però arrivata la triste conferma della sua morte. Shani stava ballando vicino al fidanzato quando si è scatenato l’inverno.
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Lavorava a Tel Aviv come tatuatrice ed è stata rapita al rave party che si svolgeva nel deserto del Negev. Le sue ultime immagini, diffusa da Hamas, sono crudeli: era praticamente inerme, gravemente ferita per via di un taglio alla testa e di una posizione innaturale di una gamba. Un miliziano le aveva pure sputato in faccia al grido di “Allah Akbar”. La madre si era appellata più volte alle autorità e aveva provato a tener viva la fiammella della speranza, dato che aveva ricevuto notizie secondo sui la figlia era ancora viva, tenuta in ostaggio nella Striscia di Gaza. Lo scorso 10 ottobre si era ipotizzato che potesse essere in un ospedale, dato che era stata utilizzata la sua carta di credito.
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Nelle scorse ore è però arrivata la terribile notizia: è stato trovato un resto di cranio che sicuramente le apparteneva, come risultato dall’esame del Dna. In pratica Shani è stata brutalmente uccisa: già era gravemente ferita, ma i terroristi le hanno dato il colpo di grazia decapitandola. Un oltraggio disgustoso, dato che il suo corpo senza vita è stato portato in giro per le strade come se fosse un trofeo. E qualcuno ha pure il coraggio di stare dalla parte di queste bestie di Hamas…