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Herzi Halevi, guida l'Idf: lui il generale del futuro per Israele?

Daniel Mosseri
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Laici e religiosi, ashkenaziti, sefarditi ma anche mizrahi (ossia di origine nordafricana o mediorentale) e soprattutto progressisti (la maggioranza) o conservatori. Benvenuti nel mondo dei capi di stato maggiore delle Forze armate d’Israele (Idf), generali atre stelle con il titolo di “rav aluf”. L’ufficiale di più alto grado è uno solo ma in un Paese dalla storia breve però travagliata l’incarico si è anche sdoppiato: era l’ottobre del 1973, la guerra del Kippur aveva colto il governo di sorpresa.

L’allora capo di stato maggiore David Elazar (nato a Sarajevo da famiglia sefardita) aveva appena silurato il generale responsabile del comando meridionale, Shmuel Gonen (che era nato a Vilnius nel 1930, ma allora si chiamava Wilno ed era una città polacca) per non aver difeso bene quel fronte. Golda Meir spedì l’allora ministro del Commercio e dell’Industria, Haim Bar Lev, a rimpiazzarlo. Bar Lev era un ex capo di stato maggiore: e così Israele combatté e poi vinse la guerra del Kippur grazie all’impegno diretto di due rav aluf.

 

 

 

DA YADIN A DAYAN

In un paese in cui il servizio militare integra la vita dei cittadini, il passaggio degli ex generali a tre stelle dalla divisa all’esecutivo è quasi la norma. La tradizione risale a Yigael Yadin, secondo rav aluf d’Israele, nato nella Palestina ottomana nel 1917: dopo aver guidato le Idf fra il 1949 e il 1952 si dedicò alla sua vera passione, l’archeologia, fino al 1976 quando fondò il movimento centrista Dash diventando poi vice primo ministro (1977-1981) sotto il conservatore Menachem Begin. Il più famoso, Moshe Dayan, capo di stato maggiore fra il 1953 e il 1958, diventerà ministro socialista prima dell’Agricoltura, poi della Difesa e infine degli Esteri Oggi rav aluf è Herzi Halevi: nato a Gerusalemme nel 1967, Halevi ha combattuto in Libano e nella Seconda intifada. Esperto di lotta al Pij, il braccio armato dell’Iran in Cisgiordania, e di intelligence, Halevi discende, da parte di padre, da un combattente dell’Irgun, un gruppo paramilitare sionista attivo nella Palestina mandataria, e da parte di madre da una dinastia di rabbini. A differenza di tanti suoi predecessori, Halevi è un ebreo osservante. Oggi guida la guerra di Israele contro Hamas. Sabato sera Halevi ha parlato in tv, confermando che «gli obiettivi di questa guerra richiedono una operazione di terra», e che «la strada è ancora lunga». Un intervento tecnico e non politico.

 

 

 

AL GOVERNO

Dismessa la divisa, i capi di stato maggiore sono liberi di diventare anche capi di governo – basti ricordare Yitzhak Rabin ed Ehud Barak (entrambi laburisti) – ma mentre guidano le Forze armate evitano di assumere posizioni polarizzanti. In tempi recenti e rigorosamente dietro e quinte, Halevi avrebbe notato come la riforma della giustizia avanzata dal governo di Benjamin Netanyahu stesse compromettendo la sicurezza del Paese per i suoi effetti divisivi sulla società.

Chi sono gli altri generali in cima alla catena di comando? Il numero due di Halevi è il 54enne Amir Baran, pluridecorato paracadutista di lungo corso con una laurea in legge in Israele e una in Relazioni internazionali al King’s College di Londra. A difendere il fronte nord, ogni giorno più esposto alle provocazioni di Hezbollah, c’è l’aluf Ori Gordin, nato a San Diego ma cresciuto nel kibbutz Yotvata; già comandante delle unità di “riconoscimento speciale” (Sayeret Matkal), Gordin è laureato a Harvard. Alla testa della Israeli Air Force c’è il generale Tomer Bar: classe 1969, si è messo in luce nel 2007 durante l’Operazione Orchard (“frutteto”) con cui le Iaf distrussero un embrione di centrale atomica in Siria.

Poi ci sono gli ex generali di governo: Yoav Gallant, oggi ministro della Difesa, che Ehud Barak indicò nel 2010 quale nuovo rav aluf. Combattente rispettatissimo, Gallant non diventerà capo di stato maggiore dopo essere stato accusato di voler diffamare il suo concorrente diretto, il generale Benny Gantz. Gallant è il solo esponente del Likud, il partito del premier, che ha contestato apertamente la riforma della giustizia. Bibi lo ha silurato lo scorso marzo salvo tornare sui propri passi il giorno dopo per evitare una sollevazione popolare contro l’esecutivo.

DUE RAV ALUF

Anche oggi come nel 1973 Israele è stato colto di sorpresa dal nemico e anche oggi ci sono due rav aluf, questa volta entrambi al governo: il primo, appunto, è Gallant l’altro è proprio il suo ex rivale Benny Gantz diventato nel frattempo leader del partito centrista Bianco Blu. Gantz, feroce oppositore di Netanyahu, è entrato nel gabinetto di guerra come ministro senza portafogli all’indomani della mattanza di civili israeliani compiuta da Hamas il 7 ottobre. Nelle ore difficilissime dell’ingresso di Gaza via terra, Herzi Halevi deve rispondere anche a loro. Ci sarà un futuro in politica anche per lui? Impossibile se l’operazione di terra non sarà un successo inequivocabile e molto difficile comunque: l’uccisione per mano di Hamas di oltre 1.400 civili e il rapimento di altri 230 fra donne e bambini ha inferto un colpo terribile alla fiducia che gli israeliani hanno sempre avuto nei confronti dell’apparato di difesa. E del rav aluf. 

 

 

 

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