Dror Eydar, l'allarme: "L'orrore dei kibbutz può arrivare in Occidente"
Ambasciatore israeliano in Italia dal 2019 al 2022, Dror Eydar, che ha poi raccontato questa esperienza in un libro, All’Arco di Tito, in questi giorni è di nuovo in Italia, per contribuire a spiegare la posizione del suo Paese. In tv si è fatto notare in particolare per le sue dichiarazioni durissime sulla presa di posizione del segretario dell’Onu António Guterres di sostanziale equidistanza tra Stato ebraico e Hamas.
Israele ha con l’Onu un rapporto storicamente complesso. Nacque con un voto dell’Onu, che però poi definì il sionismo una forma di razzismo, salvo fare in seguito marcia indietro. C’è anche la particolarità che con l’Unrwa ha un’agenzia specifica per i rifugiati palestinesi distinta dall’Acnur, agenzia per tutti gli altri rifugiati.
«Sì. L’Onu ha due organizzazioni per i profughi: una per tutti i profughi del mondo e un’altra per i soli palestinesi. I profughi del mondo non possono trasmettere il titolo di profughi ai discendenti, ma i palestinesi sì, e sono arrivati alla quinta e sesta generazione».
Perché?
«A proposito della comparazione tra Hamas e Isis, nel 2014 quando ci fu il genocidio degli yazidi e il mondo non li aiutava a sufficienza ricordo su Internet una donna con un cartello che si lamentava: “Il nostro problema è che i nostri nemici non sono ebrei”. Avrebbero avuto i palestinesi tutti questi appoggi se i loro nemici non fossero stati gli ebrei?».
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E la posizione di Guterres?
«Lo abbiamo visto negli anni ’30, quando i capi delle democrazie occidentali sapevano delle dichiarazioni di Hitler, ma non ci volevano credere. Tutta la realtà gridava che c’era una grande minaccia su di noi, ma il mondo in quel momento, più di 80 anni fa, non voleva ascoltare. Oggi si rischia la stessa cosa. Hamas non è una entità normale. È un’associazione che esce dall’abisso di un passato antico. Quello che è successo il 7 ottobre è un evento biblico. Neanche Dante nell’Inferno avrebbe potuto immaginare atrocità del genere. Il mondo di oggi non parla più questa lingua. Il mondo parla la lingua del logos, non la lingua del mito. Un discorso razionale è quello di Aristotele e David Hume, secondo cui ogni fenomeno ha la sua causa, e se vedessimo la causa di un problema potremmo risolverlo. Ma in questa regione sopravvivono discorsi non razionali, e istituzioni come la vendetta del sangue, violentare i prigionieri di guerra, la lapidazione, il capofamiglia che può vendere la moglie e i figli come sua proprietà. Parliamo di un mondo che vive oggi cose che noi ebrei vivevamo 3500 anni fa. Poi i nostri saggi con l’interpretazione intellettuale hanno cancellato queste istituzioni. Ma quando noi in Occidente parliamo razionalmente loro parlano mitologicamente. Vorrei ricordare alcune cose che loro hanno filmato. I nazisti almeno volevano nascondere le loro atrocità. Questi terroristi erano orgogliosi di quello che hanno fatto. Lo hanno filmato, quindi possiamo vedere».
Si parla di filmati raccapriccianti...
«Si vede un terrorista di Hamas che urla “Allahu Akbar” mentre cerca freneticamente di decapitare un uomo morto con una pala. Si vedono un padre e due figli di 7 e 9 anni che fuggono per salvarsi la vita. In mutande, la mattina presto. In un rifugio con l’ingresso aperto un terrorista di Hamas lancia una bomba a mano, uccidendo il padre e ferendo gravemente due figli che rientrano di corsa in casa. I due figli gridano e chiamano: padre, padre! Questo terrorista di Hamas prende con calma una bottiglia di acqua dal frigorifero della famiglia che ha ucciso, la beve, mentre i due ragazzi piangono, e poi li uccide. Altri terroristi di Hamas entrano in una casa dove si vede una ragazzina nascosta sotto un tavolo. Dopo aver parlato un po’ avanti e indietro, le sparano e la uccidono mentre era sotto il tavolo.
Aveva sette o otto anni. Si vede un soldato israeliano decapitato. Si vede un contenitore con dentro tanti corpi di bambini molto piccoli decapitati, con mani e piedi tagliati. Un terrorista che non è riuscito più a tenere il peso di questa atrocità che ha visto ha dato una testimonianza: “Siamo entrati in casa mentre la famiglia era seduta e mangiava. Al padre è stato cavato un occhio, alla madre è stato asportato un seno, al bambino di sette anni sono state tagliate diverse dita della mano, alla ragazza è stato amputato il piede, e poi li hanno ammazzati. Hanno poi apparecchiato un tavolo in questo inferno e hanno mangiato. Hanno squarciato con un coltello il ventre di una donna ebrea incinta mentre era ancora in vita, hanno tirato fuori il feto e lo hanno decapitato. Neanche nell’Inferno di Dante troviamo cose simili. E adesso Guterres dice che c’è uno sfondo per questa atrocità? Con quelle parole ha giustificato Hamas come avrebbe potuto fare con i nazisti. Perché hanno ucciso gli ebrei nelle camere a gas? Perché c’era un odio! È una degenerazione morale, che secondo me esprime la cecità di una parte importante del mondo libero occidentale. Non possiamo fare paragoni tra loro e noi. Come nemmeno tra la Germania nazista e noi o l’Isis e noi».
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Quindi?
«Vorrei dire a Guterres la stessa cosa che ho detto a vari amici italiani: questa non è la guerra di Israele; questa è la guerra di tutto il mondo occidentale perché adesso ci sono varie cellule dormienti nelle strade. Anche qua a Roma e anche in tutta l’Europa. Che aspettano a vedere cosa sarà il destino di Gaza, se Israele rimarrà da sola o no. In ogni caso, non c’è altra opzione. Non ci possiamo ritirare. Adesso dobbiamo eliminare questa entità. Hamas è stata fondata nel 1987-88. Nel suo statuto è scritto: “Israele nascerà e continuerà a esistere finché l'Islam non lo eliminerà come ha eliminato chi c'era prima di lui”. E ancora "L'ultimo giorno verrà finché tutti i musulmani combatteranno contro gli ebrei e i musulmani non li uccideranno fino a quando gli ebrei si nasconderanno dietro una pietra o un albero e la pietra e l'albero diranno ‘oh musulmano c'è un ebreo nascosto dietro di me, vieni e uccidilo". Possiamo da queste citazioni ricavare due principi centrali: distruggere lo Stato di Israele; uccidere tutti gli ebrei dove si trovino. Come storico, conosco solo un documento simile, che era scritto in tedesco 100 anni fa: il Mein Kampf. Per questo la nostra guerra è la continuazione della Seconda Guerra Mondiale, con una grande differenza. Nella Seconda Guerra Mondiale eravamo solo le vittime. 80 anni dopo, grazie a Dio, abbiamo uno Stato indipendente e possiamo reagire, in quella che è per noi la nostra seconda guerra di indipendenza».