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Giorgia Meloni al Cairo: "Mai agire per vendetta"

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"Tempi difficili per l'umanità". Così il presidente egiziano Abdel Fattah Al-Sisi ha aperto i lavori della conferenza di pace a Il Cairo, alla quale partecipano 31 rappresentanti internazionali tra cui la premier italiana Giorgia Meloni. Tempi, ha spiegato il leader egiziano, "che mettono alla prova la nostra umanità prima dei nostri interessi, mettono alla prova la profondità della fede nel valore dell'uomo, nel suo diritto alla vita e nel suo diritto di vivere, e depongono i principi che affermiamo di abbracciare".

Al Sisi ha aggiunto che "i popoli del mondo, non i popoli della regione, stanno aspettando le nostre posizioni in questo momento storico in connessione con l'attuale escalation militare dal 7 ottobre in Israele e Territori Palestinesi". Il riferimento, ovvio, è alla guerra de facto in corso da due settimane in Medio Oriente tra Israele e Hamas, dopo l'eccidio di civili israeliani a opera dei miliziani jihadisti palestinesi che hanno fatto irruzione, nella mattinata di 14 giorni fa, nei kibbutz e in un rave party ne deserto del Negev

A prendere la parola è poi il premier italiano. È Meloni a ribadire che "è interesse di tutti i leader seduti a questo tavolo che ciò che sta accadendo a Gaza non si trasformi in una guerra di religione, in uno scontro tra civiltà, rendendo vani gli sforzi che pure coraggiosamente in questi anni sono stati fatti per normalizzare i rapporti". La soluzione? Due popoli e due Stati, ossia "una soluzione che deve essere concreta e avere una tempistica definita". Per questo - prosegue - considero "molto importante questa conferenza. Per l'Italia era doveroso partecipare, per il ruolo che storicamente svolge come ponte di dialogo tra Europa, Mediterraneo e Medio Oriente". 

E ancora, Meloni ha aggiunto che "di frontead azioni", come quelle di Hamas, "uno Stato è pienamente legittimato a rivendicare il proprio diritto alla difesa, all'esistenza, alla sicurezza dei propri cittadini e confini. Ma la reazione di uno stato non può e non deve mai essere motivata da sentimenti di vendetta. Uno Stato fonda la sua reazione su precise ragioni di sicurezza, commisurando la sua forza alle ragioni di sicurezza e alla difesa della popolazione civile. Questa deve rimanere la reazione di uno Stato di fronte al terrorismo. Sono fiduciosa che sia anche la volontà dello Stato di Israele", ha rimarcato.

Proprio in queste stesse ore, è stato aperto dopo molti tentennamenti il valico di Rafah: i palestinesi in fuga dai raid israeliani potranno così sconfinare in Egitto, fuggendo dalla Striscia di Gaza che nei prossimi giorni potrebbe venire invasa via terra dalle truppe di Tel Aviv. Al Sisi ha ceduto al pressing internazionale, pur temendo che tra le migliaia di palestinesi in fuga ci possano essere anche terroristi islamici vicini al movimento dei Fratelli musulmani egiziani, nemici del regime del Cairo.

Insieme alla Meloni, riuniti all'Hotel St. Regis della Capitale egiziana, ci sono anche il leader dell'Autorità nazionale palestinese Abu Mazen, il Re del Bahrein Hamad bin Isa Al Khalifa, l'Emiro del Qatar Tamim bin Hamad al-Thani, il presidente degli Emirati arabi uniti Mohammed bin Zayed Al Nahyan. Due diplomatici hanno riferito all'agenzia Reuters che è improbabile si trovi un accordo per un comunicato congiunto data la delicatezza del tema e le posizioni contrastanti. A limitare le aspettative, inoltre, la presenza "ridotta" degli Stati Uniti (rappresentanti dall'incaricato d'affari dell'ambasciata). Per l'Europa ci sono anche il premier spagnolo Pedro Sanchez, che presiede il Consiglio Ue questo semestre, i ministri degli Esteri di Francia, Germania, Regno Unito e Turchia, Catherine Colonna, Annalena BaerbockJames Claverly e Hakan Fidan. Quindi il premier canadese, Justin Trudeau, insieme al segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, e l'alto rappresentante per la Politica estera Ue, Josep Borrell. Invitati al summit anche Russia e Cina, rappresentanti rispettivamente da vice ministro degli Esteri Mikhail Bogdanov e l'inviato di Pechino per il Medio Oriente, Zhai Jun.

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