Hamas, il leader Hamdan: "Strage del rave? Nessuna prova, forse un incidente"
"Ci sono chance reali" che il conflitto si allarghi oltre Gaza. "L'America vuole la guerra. Vogliono finire Hamas per finire la causa palestinese, così la normalizzazione va avanti e Israele diventa il poliziotto del Medio Oriente. Questo voleva dire Netanyahu con 'cambierò il Medio Oriente'. Ma i palestinesi combatteranno. E se gli americani si uniscono agli attacchi contro di noi, l'Asse della Resistenza reagirà".
A parlare in questi termini, in un'intervista a Repubblica, è Osama Hamdan, uno dei quattro alti funzionari di Hamas in Libano. Uno scenario inquietante e al tempo stesso una conferma importante di quanto in una intervista al Quotidiano nazionale sembra presagire l'ex ministro degli Interni italiano Marco Minniti, già presidente del Copasir: il coinvolgimento di Hezbollah nel conflitto "regionale" in Palestina, destinato così ad allargarsi nel vicino Libano con la grandissima e gravissima incognita dell'atteggiamento dell'Iran, la super-potenza della regione che appoggiando le istanze jihadiste trasformerebbe il conflitto in guerra mondiale.
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Hamdan sembra quasi negare l'orrore della strage degli innocenti al rave: "Non ci sono prove di morti alla festa di cui parla. È una storia raccontata solo dagli israeliani. Il nostro obiettivo era attaccare i militari. Incluso il quartier generale della brigata di Gaza. I civili non erano un obiettivo. Forse c’è stato qualche incidente, ma non erano un obiettivo". E proprio riguardo al ruolo di Teheran, Hamdan spiega che "l'Iran sostiene la causa palestinese da 40 anni e sta portando il suo supporto a un livello superiore". Una soluzione alla questione palestinese per Hamdan implica di "parlare della fine dell'occupazione. Non provate a convincerci a riconoscere Israele perché l'autorità palestinese l'ha fatto e cosa ne è venuto? Nulla. Implementate le risoluzioni internazionali, respingete indietro gli israeliani".
Alla domanda se Hamas voglia cancellare Israele, Hamdan risponde con sincerità disarmante: "C'è una differenza tra lo Stato di Israele e gli ebrei. Noi crediamo che lo Stato di Israele, come Stato, non è accettabile, sono occupanti. Gli ebrei hanno il loro diritto di essere ebrei. Ma la terra era Palestina e sarà Palestina. Non stiamo parlando di eliminare le persone, ma di smantellare lo Stato di Israele. Vogliamo uno Stato palestinese. E non siamo noi a dover trovare una soluzione per gli occupanti". Con tanti saluti a chi ancora sogna lo scenario dei "Due popoli, due Stati" come unica soluzione possibile per "sminare" il Medio Oriente.
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