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Israele, il nuovo fronte: Cisgiordania, "cosa sta per accadere"

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A Sud, la Striscia di Gaza. A Nord, la Siria e il Libano. E forse ora anche a Est, dalla Cisgiordania: Israele si trova accerchiato come mai prima nella sua già turbolenta e sanguinosa storia politica e militare. I riflettori della diplomazia mondiale sono puntati su Gaza e quei 40 chilometri affacciati sul Mar Mediterraneo presi d'assedio dall'esercito di Tel Aviv fin da poche ore dopo la strage di civili perpetrata dai miliziani islamici di Hamas, sabato mattina. 

In attesa della possibile, preventivata invasione di terra, una "offensiva totale"che porterebbe i tank e la fanteria israeliana a battere palmo a palmo la Striscia alla ricerca dei circa 150 ostaggi ma soprattutto con l'obiettivo di eliminare i capi dei jihadisti, voci sempre più insistenti riferiscono di una imminente insurrezione nei Territori, l'altra metà dell'inesistente e puramente virtuale "Stato di Palestina".

 

 

 

"Qui in zona la parola d'ordine è resistenza - scrive La Stampa -. Qualcuno si sta organizzando per domani, per una manifestazione in sostegno di Gaza, una 'marcia su Al-Aqsa' invocata da Hamas per aprire una sorta di secondo fronte". Anche in questo caso, come a Gaza, i miliziani soffiano sulla disperazione dei palestinesi (storicamente alieni alla missione jihadista in quanto nazionalisti e non necessariamente di religione islamica) e frustrati dalle promesse mai mantenute dalla Autorità Nazionale Palestinese di Abu Mazen.

 

 

 

Di fronte alla corruzione e all'immobilismo dei dirigenti, il popolo si è via via avvicinato alla radicalizzazione e all'idea di una lotta armata sempre più strutturata e di massa. Non, dunque, i singoli atti di terrorismo che da decenni colpiscono il nemico israeliano, ma una azione più massiccia. 

 

 

 

Un clima di tensione crescente che attanaglia anche Gerusalemme, la capitale morale, religiosa e storica di israeliani e palestinesi, simbolo della divisione materiale della regione. Un arabo, a colloquio con l'inviato del quotidiano torinese diretto da Andrea Malaguti, si sbilancia in una inquietante profezia: "Sai come finirà? Che pagheremo noi quello che ha fatto Hamas. Lo Stato ce lo possiamo scordare. Noi con loro non c'entriamo eppure diamo la scusa agli israeliani di cacciarci". 

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