Spagna, il Re dà l'incarico a Sanchez: scoppia il caos
La sinistra, così come è accaduto troppo spesso in Italia, quando perde va al governo. Infatti, come annunciato dal presidente della Camera dei deputati, il re di Spagna Felipe VI ha dato al socialista Pedro Sanchez, primo ministro uscente, l'incarico di presentare in Parlamento la sua candidatura per la formazione del nuovo governo. Per ottenere la fiducia, obiettivo fallito al conservatore Alberto Nùnez Feijòo, il premier in pectore dovrà ricevere il sostegno degli indipendentisti catalani, che chiedono in cambio una assai controversa amnistia.
"Punto a creare un governo di legislatura - ha dichiarato Sanchez, al termine del suo colloquio con il re nella seconda e ultima giornata delle consultazioni di governo - Presenterò un progetto di stabilità, di progresso, per i giovani, i lavoratori, gli anziani e le donne di questo Paese. Crediamo in un progresso sociale di lavoro stabile e salari degni, insieme alla tutela del pianeta".
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La decisione del monarca spagolo arriva a distanza di tre mesi dalle elezioni politiche nazionali. In quella tornata elettorale, il Partido Popular risultò il vero vincitore con 136 seggi (33% dei voti, +47 rispetto al 2019). Ma il leader Alberto Nunez Feijoo rimase lontano dalla maggioranza assoluta anche contando l'ultradestra di Vox, grande delusa di questa tornata alle urne (12,3%, terza forza con 33 seggi, -19). Chi poté esultare fu proprio il Partito Socialista, che ha limitato i danni con un risultato ben al di là di quanto prevedevano i sondaggi: 122 seggi (31,7%, +2) ai quali si aggiungono i 31 della nuova coalizione di sinistra di Sumar (12,3%). E, in questo modo, ha potuto esprimere un nuovo governo.
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