Joe Biden? Gratti gratti e ci trovi la Cgil: un caso Marelli in America
C'è sempre una prima volta. Mai un presidente in carica si era unito a un picchetto di lavoratori in sciopero. Lo ha fatto ieri il presidente Joe Biden nella contea di Wayne, Michigan. Passerella che l'ex presidente Donald Trump ha bollato come «debole e offensivo tentativo di distrarre i lavoratori dal feroce tradimento di Biden».
È così che entra nel vivo la campagna per le presidenziali 2024, nonostante manchino quattro mesi alle primarie e le candidature sia di Biden che di Trump siano in bilico, sebbene per motivi molto diversi. Sa di vero e proprio duello elettorale a distanza, infatti, la visita di entrambi in Michigan, dove i lavoratori del settore auto sono in sciopero dal 15 settembre contro le Big Three, le tre grandi case automobilistiche di Detroit – General Motors, Stellantis e Ford.
Motivo dello sciopero, organizzato dal sindacato United Auto Workers (UAW), non è una chiusura, come da noi per la Marelli di Crevalcore, ma l'aumento degli stipendi: le aziende offrono il 20%, il sindacato chiede il 40 in quattro anni. Lo meritano? Sì, ha risposto Biden, che si è poi rivolto ai lavoratori megafono alla mano: «Voi avete salvato l'industria automobilistica...
Finisce il discorso, poi riparte dalla prima parola: Joe Biden fuori controllo?
avete fatto molti sacrifici, rinunciato a molto. E le aziende erano in difficoltà. Adesso stanno andando in modo incredibile. E anche voi dovreste andare incredibilmente bene». «Meritate quello che avete guadagnato, e avete guadagnato molto di più di quanto siete pagati ora». «Wall Street non ha costruito il Paese. La classe media ha costruito il Paese... E i sindacati hanno costruito la classe media», ha aggiunto.
Trump risponderà stasera, a un evento dei lavoratori alla periferia di Detroit, un pezzo importante della base elettorale che lo ha portato alla Casa Bianca nel 2016. The Donald ha deciso così di oscurare il dibattito tra gli altri 7 candidati alle primarie Gop che si terrà nelle stesse ore in Michigan. In uno schema simile a quello che stiamo vedendo in Italia nella crisi Marelli – la sinistra che incolpa l'azienda e la destra che punta l'indice contro la transizione green – Trump attaccherà l'amministrazione Biden per la sua ossessione per l’elettrico, che annienterà l’industria automobilistica e costerà innumerevoli posti di lavoro, che si sposteranno in Cina, e ribadirà le sue critiche ai leader della UAW, rei di non prendersi cura degli interessi dei lavoratori.
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I presidenti in carica generalmente evitano di farsi coinvolgere in scioperi in corso. Gli esperti di storia presidenziale e sindacale interrogati dall’Associated Press non ricordano precedenti: «Si consideravano più come mediatori. Non vedevano come loro compito intervenire direttamente in uno sciopero o nelle azioni sindacali». Che Biden abbia deciso di non seguire la prassi dei suoi precedessori è indicativo del suo momento di difficoltà. Spera di ottenere il sostegno del sindacato – finora il presidente della UAW Shawn Fain si è rifiutato di sostenere un suo secondo mandato – e recuperare così consensi (solo il 30% degli americani approva il suo operato in economia), ma anche di dare slancio alla sua ricandidatura, che rischia di affondare anzitempo sotto i colpi di sondaggi deprimenti e dei disendorsement di autorevoli testate “amiche” come Washington Post e Newsweek. Il sostegno dei blue collar e delle loro famiglie in uno Stato in bilico come il Michigan è decisivo, come dimostrano le precedenti elezioni. Trump ha conquistato lo Stato nel 2016 contro Hillary Clinton, mentre Biden se l'è ripreso nel 2020 per 154 mila voti. Ma il rapporto di Biden con i lavoratori dell’automotive è complicato.
L’inflazione sta erodendo il loro potere d’acquisto e molti lo accusano di aver spinto troppo il pedale della transizione all’elettrico. Le regole dell'Agenzia per la protezione ambientale (EPA) e del Dipartimento dei Trasporti volute dall'amministrazione Biden affinché i veicoli elettrici rappresentino il 60% del totale di auto nuove vendute nel 2032 mettono a rischio centinaia di migliaia di posti di lavoro. Il presidente di Ford, Bob Farley, stima che l'industria avrà bisogno del 40% di lavoratori in meno per produrre veicoli elettrici: 200 mila in meno nel 2030 e 400 mila in meno nel lungo periodo. In un sondaggio condotto ad agosto da EPIC-MRA tra i membri del sindacato, Trump risulta avanti a Biden di 3 punti, 46 a 43%. L'agenda verde sta mettendo l'una contro l'altra due anime della tradizionale coalizione Dem: ambientalisti e operai, verdi e blu.