Shevchenko fatto fuori da Zelensky: l'ultima brutale purga
Sono arrivate le “purghe” di Volodymyr Zelensky, segno che la controffensiva ucraina non sta andando così bene come si vorrebbe far credere. Tutti i viceministri della Difesa del governo di Kiev sono stati rimossi dal loro incarico: a dare il la a questa operazione sono state le dimissioni di Oleksii Reznikov, ex titolare del dicastero. Di conseguenza sono stati licenziati i viceministri Volodymyr Gavrilov, Rostyslav Zamlynskyi, Hanna Malyar e Denis Sharapov.
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Inoltre sono saltati anche l’ex calciatore Andrii Shevchenko (si occupava dell’integrazione europea), Vitaly Deinega (sviluppo digitale) e Kostyantyn Vashchenko (segretario di Stato del ministero della Difesa). Un repulisti che testimonia le difficoltà della controffensiva ucraina. “Non è molto veloce - ha ammesso in queste ore Zelensky - ma l’esercito non darà tregua a Putin. Abbiamo l’iniziativa, questo è un vantaggio. Abbiamo fermato l’offensiva russa e siamo passati alla controffensiva. Non possiamo perdere tempo. Dove non possiamo passare con un veicolo blindato, andiamo in aereo. Se non possiamo volare, mandiamo i droni. Non dobbiamo dare tregua a Putin”.
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Questa settimana il presidente ucraino sarà a New York per intervenire all’assemblea generale delle Nazioni Unite. Poi si sposterà a Washington per incontrare Joe Biden. In queste occasioni Zelensky ribadirà la necessità di una vittoria totale sulla Russia e chiederà ancora altri rifornimenti: “L’andamento di questa guerra - ha anticipato Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente - sarà accelerato se l’Ucraina avrà abbastanza armi”.