Russia, Prigozhin travolto per 3 ore dalle urla di Putin: il retroscena
Yevgeny Prigozhin si credeva "indistruttibile", aveva deciso "di essere immortale". Un’errata percezione di se stesso che potrebbe essergli costata fatale, rendendolo incauto. A farlo sapere con parole pesantissime sono gli ex subordinati di Prigozhin del gruppo Wagner sentiti da Meduza. Dopo la tentata ribellione dei paramilitari contro Mosca, nel giugno scorso, Prigozhin e altri comandanti della Wagner vennero convocati al Cremlino - ricorda una delle fonti sentite da Meduza -, in quella occasione Vladimir Putin «urlò contro di loro per tre ore. Gridò apertamente, ma poi non gli ha fatto nulla.
Forse Prigozhin avrà pensato: "Non ci ha ucciso subito, quindi non lo farà maì". Parole che sembrano alludere a una responsabilità del Cremlino nello schianto aereo costato la vita a Prigozhin. "Tutti ce lo aspettavamo", dice un veterano della Wagner, "bisognava capire quando". Con la marcia verso Mosca, continua, Prigozhin "ha firmato la sua condanna". Intanto a Mosca negli ambienti vicini all’intelligence circolano voci che Viktor Bout avrebbe avuto da Putin il mandato di guidare la milizia privata Wagner dopo la morte del fondatore Yevgeny Prigozhin in un misterioso incidente aereo.
A riportare le indiscrezioni è Igor Sushko, un analista che dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina ha diffuso - grazie a credibili contatti con i servizi di sicurezza FSB - una serie di ’letterè che evidenziavano le divisioni e l’impreparazione dei vertici russi. Se confermata, la scelta di Viktor Bout, per tutti il ’mercante di mortè, indicherebbe una importante svolta nella gestione della Wagner.