Prigozhin, “già morto in passato”: sospetto pesantissimo
E se Evgenij Prigozhin non fosse davvero morto? È l’ipotesi che si sta facendo strada su diversi media, dopo che si è appreso che un secondo aereo appartenente alla Wagner è stato visto sui radar mentre volava sopra la stessa regione di Tzer. Tra l’altro non sarebbe la prima volta che Prigozhin si finge morto: era già accaduto nel 2019, quando fu dichiarato ufficialmente deceduto in Africa, salvo poi riapparire prima della guerra in Ucraina.
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In questo caso la sua finta morte avrebbe un duplice valore: consentirebbe a Prigozhin di sparire e soprattutto a Vladimir Putin di riprendere il potere che era stato messo in discussione con il tentato golpe di fine giugno. Il presidente russo dimostrerebbe che i traditori vengono ancora puniti: sul jet privato che si è schiantato in teoria viaggiavano Prigozhin, il suo vice e altri cinque membri della Wagner, oltre a tre dell’equipaggio. I corpi sarebbero difficili, se non impossibili da identificare: si dovrà attendere l'esame del Dna.
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Il vero problema è che tutto ciò che riguarda la Russia è fumoso e non si sa mai dove sta la verità. Che Putin abbia ordinato l’attentato a Prigozhin è più di un sospetto: aveva il movente e in più non ha detto mezza parola su quanto accaduto nella sua prima uscita pubblica post-schianto. Un silenzio che sa di colpevolezza, anche perché il regime di Putin ha spesso e volentieri perseguito in questa maniera i “traditori”.